Manovra, Conte: «Confronto con Juncker può evitare procedura di infrazione»

Manovra, Conte: «Confronto con Juncker può evitare procedura di infrazione»
di Antonio Pollio Salimbeni
Sabato 24 Novembre 2018, 22:37 - Ultimo agg. 26 Novembre, 07:31
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BRUXELLES «Confido che il dialogo possa evitare la procedura, sono sempre ambizioso. Abbassare i toni può far calare lo spread». Così il premier Giuseppe Conte dopo l'incontro con il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker e il duo Dombrovskis-Moscovici. Una cena durata due ore e mezzo alla quale ha partecipato anche il ministro dell'economia Tria. «La cena di lavoro è parte del dialogo permanente in corso tra la Commissione e il governo italiano. Nei prossimi giorni continuerà il lavoro per avvicinare i rispettivi punti di vista e cercare una soluzione di prospettiva futura». Così la portavoce della Commissione europea. Questo il risultato del faccia a faccia dopo i giorni delle tensioni e delle polemiche. Non è chiaro su quali contenuti e con quali obiettivi a breve termine si svilupperà il dialogo, tanto più che il premier Conte ha detto che «non si è parlato di saldi di bilancio». Più volte i giornalisti gli hanno chiesto se il dialogo con la Commissione sarà all'interno della procedura oppure no. Alla fine ha indicato che il suo obiettivo di massima è evitare che l'Italia finisca sotto le maglie di un mezzo commissariamento sulla politica di bilancio.

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Se davvero non si è parlato di saldi non si capisce su che cosa avverrà il dialogo dato che per la Commissione il solo modo di non proporre ai ministri finanziari l'apertura della procedura è il taglio del deficit/pil nel 2019 (previsto al 2,4%). Questa cifra è per il governo italiano scolpita nel marmo. Il vicepremier Salvini, al termine della cena tra Conte e Juncker, ha ribadito qual è la linea dell'Italia: «Non arretriamo, avanti tutta. Bene Conte. Dialogo e buon senso nell'interesse dell'Italia, nessun passo indietro ma la voglia di valutare bene tempi e numeri di spese e investimenti». E Di Maio: reddito di cittadinanza e quota 100 sulle pensioni non si toccano.
Se il piano A di Conte è evitare la procedura il piano B e avere una procedura dai tempi lunghi. Se alla fine si seguirà la strada imboccata con l'opinione negativa della Commissione sulla legge di bilancio, la data utile per la decisione dell'Ecofin è il 22 gennaio. La raccomandazione al Consiglio dovrà contenere indicazioni precise sugli obiettivi di bilancio in termini nominali e strutturali sulla base delle stime europee e non delle stime italiane. Dovrà quantificare le misure necessarie per conseguire quegli obiettivi in termini di ammontare totale. E dovrà fissare anche i tempi dell'aggiustamento.

I TEMPI
Dunque, si saprà fin da quel momento quale sarà la prospettiva per il governo e per gli italiani.
Per il governo i tempi sono importanti almeno quanto l'ammontare delle manovre che Bruxelles potrebbe indicare: un conto è prendere delle decisioni a fine aprile, in piena campagna elettorale per il voto europeo (fine maggio), un altro conto è respirare fino a luglio. In teoria ci sarebbe un po' di tempo per verificare se davvero l'andamento dell'economia risentirà positivamente delle scelte di bilancio come sostiene il governo. A Bruxelles continuano a crederci poco. In ogni caso, fin dall'inizio la linea della Commissione è stata chiara: la procedura farà il suo corso «lentamente ma sistematicamente», ha sempre detto Pierre Moscovici, responsabile degli affari economici. Niente sconti, ma modi soft.

In questo scenario, la manovra correttiva per il 2019 non sarebbe inferiore allo 0,6% del pil (10 miliardi) a crescita invariata (in caso di drastico peggioramento è un altro discorso e Bruxelles è sempre pronta a correggere le raccomandazioni). Probabilmente sarebbe superiore. Poi si tratta di vedere quali tempi la Ue si darebbe per indicare quale deve essere il calo del debito «a un ritmo soddisfacente» di avvicinamento al 60% del pil.

Ciò che conta è imboccare durevolmente tale percorso. Si vedrà quali saranno gli effetti sui mercati. Due giorni fa Di Maio aveva detto che gli annunci Ue sulla procedura contro l'Italia avevano fatto scendere lo spread perché «c'è un punto di partenza chiaro». Ieri ha detto che «lo spread stava scendendo, ha parlato Bankitalia ed è risalito». La battaglia continua.

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