Divisi dalla politica, maxi rissa tra i calciatori: ferito anche l'arbitro

Divisi dalla politica, maxi rissa tra i calciatori: ferito anche l'arbitro
di Giovanni Chianelli
Lunedì 26 Novembre 2018, 23:03 - Ultimo agg. 27 Novembre, 10:09
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Aggressioni, intervento delle forze dell’ordine, calciatori e dirigenti di una squadra feriti e un arbitro minacciato. Più una scia di accuse reciproche. È il triste verdetto di una partita di calcio di prima categoria, Montecalvario-Lokomotiv Flegrea. Con uno sfondo nero: «Nelle passate partite quelli della Montecalvario ci hanno dedicato saluti romani. Questa volta sono passati alle vie di fatto, aggredendoci e mandandoci all’ospedale» dicono in un comunicato i responsabili della Lokomotiv, squadra di dichiarata fede antifascista e antirazzista e animata da un collettivo sociale di cui fanno parte famiglie e associazioni dell’area flegrea. I fatti risalgono a sabato. 



IL MATCH
Al campo Denza, nel parco Virgiliano, si stava svolgendo l’incontro tra il Montecalvario, formazione che rappresenta la zona dei Quartieri spagnoli, e la Lokomotiv Flegrea, prima in classifica. Alla mezz’ora della ripresa, quando il punteggio era sullo 0 a 1 in favore dei flegrei, è scoppiata una lite violenta in seguito a un’azione contestata. Un quarto d’ora di parapiglia, poi l’intervento dei carabinieri sul terreno di gioco e partita sospesa. Ma non è finita: due dirigenti della Lokomotiv, che si erano avvicinati al cancello dell’impianto chiedendo l’immediata uscita dei giocatori per evitare che le aggressioni portassero a conseguenze più gravi, sono stati pestati e allontanati, mentre i calciatori della Montecalvario prendevano a calci lo spogliatoio dell’arbitro.



Tre calciatori flegrei sono finiti all’ospedale con lesioni e traumi. La sezione locale della Figc non si è ancora pronunciata sul caso e attende ancora l’arrivo del referto arbitrale, atteso per giovedì come da prassi nelle delibere federali. Dalla Lokomotiv sostengono che il Montecalvario non è nuovo a questi episodi, e non solo con loro: «Sono le maniere che contraddistinguono questa formazione e che tante altre squadre in Campania hanno avuto modo di assaggiare nel corso di questi anni». Una scena orribile, raccontano, per lo più consumata davanti ai ragazzini della scuola calcio: «Una mattanza, che avveniva sotto gli occhi dei giovani atleti della nostra scuola calcio popolare, che credevano di essere venuti ad assistere a una partita di calcio, e hanno dovuto invece vedere i loro atleti e dirigenti picchiati con delle mazze da quelli della squadra avversaria» si legge nel comunicato. Per il club dei Quartieri si possono leggere gli interventi di un dirigente, Raffaele Valentino (il Mattino ha cercato di raggiungerlo, senza risposta da parte sua). 
 
Nelle dichiarazioni Valentino ammette parte degli addebiti ma non la scintilla della rissa: «In federazione mi prenderò le responsabilità di quanto accaduto in mezzo al campo, ma non voglio che passi la notizia che la Lokomotiv è una vittima e noi i colpevoli, perché siamo stati aggrediti anche noi, prima noi». La responsabilità maggiore, dice, sarebbe però del direttore di gara: «Un ragazzino, non è riuscito a calmare gli animi e ha avuto una direzione tutta in favore degli avversari. La situazione è degenerata nel secondo tempo, quando un calciatore della Lokomotiv ha tirato una testata al nostro, che ha risposto verbalmente. Dopo è arrivato un altro calciatore neroverde (della Lokomotiv, ndr) che ha colpito con un pugno in faccia il nostro giocatore». La società flegrea, che negli anni si è impegnata nell’idea di uno sport per tutti e applica misure esemplari come l’autoespulsione in caso di comportamento non corretto di un proprio tesserato, non ci sta: «Valentino si adopera in una serie di falsità: parla di una testata di un nostro che non è mai esistita. Invece il calciatore in questione, dopo aver subito fallo, è stato due volte colpito, allo stomaco e alla testa, a gioco fermo». La dirigenza, anzi, si dice “«rgogliosa del comportamento dei suoi calciatori, capaci di trattenere il loro istinto e addirittura di subire». Poi Valentino parla di un intervento del pubblico avversario: «Dopo la sospensione della gara è iniziata una vera e propria guerriglia. Alcuni tifosi della Lokomotiv Flegrea sono arrivati in campo con bottiglie rotte, spranghe, bandiere, cinghie. Ci hanno seguito fin negli spogliatoi». 

La Lokomotiv nega: «Tutto falso. I nostri tifosi si sono presentati in massa, disarmati, davanti al cancello del campo, perché i calciatori della Montecalvario avevano aggredito i nostri giocatori, perché un nostro dirigente è stato colpito con una mazza alla testa e perché due altre persone del collettivo che organizza le attività sono state malmenate. Ma non sono entrati, avevano sbarrato l’ingresso». Mentre, scrivono, «i tifosi si sono dimostrati maturi a rispondere solo con qualche bordata di fischi quando i sostenitori del Montecalvario gli hanno urlato comunisti di merda».
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