Quando i nazisti cercarono Agartha nel monte Epomeo

Quando i nazisti cercarono Agartha nel monte Epomeo
di Vittorio Del Tufo
Domenica 2 Dicembre 2018, 20:00
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Lo storico è razionale, ma la Storia non lo è
(Louis Pauwels, Jacques Bergier, Il Mattino dei maghi).

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I nazisti delle origini erano convinti di avere antenati di nobile lignaggio. Sostenevano, nel loro delirio, che la loro fratellanza discendesse spiritualmente dagli eroi della Germania medievale e pagana. Ricordate i protagonisti delle opere di Richard Wagner, dal Parsifal al Lohengrin, ovvero la quintessenza della cavalleria medievale nella loro continua battaglia contro le forze del male? Ecco, i nazisti delle origini ritenevano che i loro antenati fossero come gli eroi dell'universo wagneriano. Erano imbevuti di dottrine esoteriche, si abbeveravano di leggende e ritenevano che dalle antiche reliquie potessero attingere la forza, l'energia per dominare il mondo. Diedero anche un nome a questa fonte di energia: il vril, la fonte del potere occulto trasmesso agli iniziati, e solo a loro.

Per tutti questi motivi il cerchio magico di occultisti che si riunì attorno a Hitler e alla società esoterica Thule - nucleo originario del partito nazionalsocialista tedesco, il cui simbolo era una svastica a forma di disco solare - andò sempre a caccia di reliquie «magiche» da venerare e di luoghi leggendari nei quali, a loro avviso, si celava la spirito del mondo. La stessa società esoterica Thule prendeva il nome dalla leggendaria «Ultima Thule», o «Terra alla fine del mondo», che si supponeva fosse «il luogo d'origine della razza germanica, e il cui scopo principale era di fungere da circolo letterario per lo studio della storia antica e delle usanze tedesche» (Robin Lumsden, La vera storia delle SS). Bisogna partire da questa premessa per comprendere come, tra i miti più cari al Fuhrer e al suo circolo di occultisti, vi fosse quello della Terra Cava. Luogo leggendario, appunto, dove i nazisti ritenevano che fossero custodite le radici del «mitico popolo ariano». Luogo-custode dell'eredità ancestrale della razza germanica. Per i nazisti, trovare l'ingresso della Terra Cava voleva dire trovare la porta d'accesso a un mondo mitico e leggendario, abitato in passato da uomini più evoluti di noi. Un mondo di divinità, di giganti, di draghi, di anelli magici e spade incantate che garantivano a chi ne fosse entrato in possesso l'invincibilità e un potere illimitato.

Ci credevano talmente tanto, i nazisti delle origini, a questa paccottiglia della Terra Cava - e del suo regno, Agartha - che la cercarono ovunque. Nel mondo esisterebbero diversi ingressi al regno di Agartha: dalla capitale dell'Amazzonia, Manaus, alla città sotterranea di Posid, nel Mato Grosso. Dalle montagne himalayane del Tibet ad altre regioni remote del pianeta (vedi Uovo di Virgilio del 10/6/2016). Nell'aprile del 1942 una spedizione tedesca, organizzata da Goering, da Himmler e da Hitler, e guidata dallo studioso di raggi infrarossi Heinz Fischer, lasciò in gran segreto il Reich e si diresse nell'isola baltica di Rügen. Lo scopo della spedizione era quello di dimostrare scientificamente la teoria della Terra Cava. «Hitler è persuaso che la Terra non è convessa ma concava; noi non abitiamo l'esterno ma l'interno del globo. Noi viviamo attaccati alla superficie concava; il cielo è al centro di questa sfera. L'uomo è circondato, chiuso, protetto, come il feto nel grembo materno» (Louis Pauwels, Jacques Bergier, Il Mattino dei maghi). Altre spedizioni furono organizzate tra le montagne himalayane del Tibet e in altre regioni remote del pianeta.

Non stiamo qui a descrivere l'origine di questa bislacca teoria, assai antica; ci basti sapere che la prima ipotesi di un globo completamente cavo è dovuta a uno scienziato come Edmund Halley, quello della cometa. E che questa teoria esercitò su Hitler e sul suo cerchio magico di occultisti una fascinazione sinistra, quasi violenta. Ci soffermeremo invece su una spedizione - avvolta nella leggenda - che ci riguarda più da vicino. Una squadriglia nazista avrebbe organizzato una missione segreta anche nell'isola d'Ischia, e più esattamente sul Monte Epomeo. Nel saggio Epomeo figlio di Agarthi Salvatore Marino Iacono e Daniela D'Amato ripercorrono le leggende e i documenti storici legati al mito della Terra Cava a Ischia. «Hitler e i suoi gerarchi erano così affascinati e convinti dell'esistenza delle terre interne, che in diversi anni organizzarono numerose spedizioni, una delle quali toccò proprio le sponde di Ischia. L'obiettivo principale era quello di cercare sull'isola l'entrata al tunnel dell'Epomeo, partendo in primis dal luogo più misterioso presente a Ischia: la Grotta di Mavone, e proseguendo le ricerche nella Grotta del Mago». I nazisti, dunque, cercarono nelle misteriose grotte di Mavone, nella frazione di Panza, a Forio, una delle presunte porte d'accesso alla Terra Cava. La manutenzione della memoria è affidata a un gruppo di studiosi tenaci. Spiega Massimo Coppa, giornalista ischitano, autore del saggio Misteri di Ischia: «La Grotta di Mavone, oggi praticamente inaccessibile, è situata presso un costone roccioso a picco sul mare. Nulla, ufficialmente, si sa degli esiti di questa fantomatica spedizione nazista. Ed è un rompicapo anche l'esistenza di un passaggio segreto che, sempre secondo le testimonianze degli anziani del luogo, partirebbe dalla spiaggia dei Maronti per sbucare, attraverso l'interno dell'Epomeo, sulla vetta del monte, dove dopo la guerra fu realizzata una base radio militare americana». Un vero e proprio giallo di cui si occupò tre anni fa anche la trasmissione televisiva Voyager.
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«Il Gesù di molte tradizioni non è nato in una capanna bensì in una grotta. E la fantasia di artisti e romanzieri si è scatenata intorno a luoghi oscuri come le carceri di Piranesi, la cella del castello d'If in cui ha vegetato per quattordici anni il futuro Conte di Montecristo, i condotti fognari celebrati dai Miserabili di Hugo e dalle vicende di Fantômas. (Umberto Eco)
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Nel libro Storia delle terre e dei luoghi leggendari Umberto Eco addentra nei misteri di Agartha illustrandone il mito. Secondo la leggenda Agartha «è un'immensa distesa che si espande sotto la superficie terrestre, un vero e proprio paese fatto di città connesse tra loro, un mondo depositario di conoscenze straordinarie, che ospita il detentore di un potere supremo, ovvero il Re del Mondo, che può influenzare con i suoi immensi poteri tutti gli eventi del globo». Agartha si distenderebbe nel sottosuolo dell'Asia, alcuni dicono sotto l'Himalaya, «ma sono state menzionate molte entrate segrete per adire a quel regno, dalla Cueva de los Tayos all'equatore, al deserto di Gobi, alla grotta della Sibilla della Colchide, a quella della Sibilla di Cuma, e ad altri luoghi nel Kentucky, nel Mato Grosso, al Polo Nord o al Polo Sud, nei pressi della Piramide di Cheope o nei pressi del l'immensa pietra di Ayers Rock in Australia».

Margherita Hack, scomparsa nel 2013, nel suo libro Notte di stelle riepiloga tutta la storia di questa bizzarra teoria, arrivando persino a illustrare lo schema della famosa cartina - un vero e proprio cult per gli appassionati - di Max Fyfield, raffigurante in sintesi la Terra Cava e i suoi ingressi. E, tra questi, come sottolineato con stupore dalla stessa Hack, figura anche il Monte Epomeo!
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