Vincenzo Salemme e Diego Abatantuono: ecco la nuova coppia nata sul set

Vincenzo Salemme e Diego Abatantuono: ecco la nuova coppia nata sul set
di Luciano Giannini
Domenica 2 Dicembre 2018, 12:00
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La prima volta sul set insieme. Ed è amore a prima vista. Vincenzo Salemme e Diego Abatantuono non nascondono la simpatia reciproca. Anzi, perentorio il milanese dice: «Quando il produttore mi ha fatto l'elenco dei possibili partner e ho sentito il suo nome, non ho avuto dubbi. Prima, ci eravamo incrociati soltanto, sul set di un film a episodi, Buona giornata, di Carlo Vanzina, ma senza mai interagire. Già sapevo, però, che Vincenzo è ottimo attore e uomo perbene. Io evito chi non mi è simpatico». Così, lui del Sud-Sud, magro, leggero, esile, educato, riservato nei rapporti personali; l'altro del Nord-Nord, altro e grosso, estroverso, provocatorio e tagliente, l'impossibile coppia si è subito plasmata per il buon esito dei «Compromessi sposi», commedia e opera terza di Francesco Miccichè, figlio di Lino, critico e storico del cinema.
 
Ora, in un grigio pomeriggio di fine novembre, davanti a un mare d'inverno che sommuove nostalgie estive, i due girano una scena che li vede armati l'un contro l'altro nel ristorante di un grande albergo del lungomare di Formia, in una palazzina che fu residenza estiva dei Savoia. Si stuzzicano Diego e Vincenzo, con ironia e cattiveria, si provocano, nel ruolo dei genitori di due ragazzi che, ignorandoli, hanno deciso di sposarsi. Lei (Grace Ambrose), è una fashion blogger, figlia dell'integerrimo e intransigente sindaco pentastellato di Gaeta (Salemme); lui (Lorenzo Zurzolo), aspirante cantautore, lo è di un imprenditore lombardo (Abatantuono). L'occasione dello scontro è il family branch, il pranzo in cui le famiglie dei promessi sposi si conoscono; ma per entrambi l'imperativo è categorico: il matrimonio non s'ha da fare. Il produttore Roberto Cipullo, autore del soggetto: «La domanda iniziale è stata: che cosa accadrebbe se il forzato compromesso di governo tra Cinque Stelle e Lega si riproponesse in due famiglie della provincia italiana d'oggi?». Insomma, parafrasando una definizione in uso nel mercato dei libri, Nicola Maccanico, amministratore delegato della società di distribuzione, la Vision, ha esclamato: «Compromessi sposi è un instant movie».

Per il resto, l'impianto è classico. «Risale a Shakespeare», precisa Abatantuono, che cita, con Cipullo, l'esempio più tipico e ispiratore: «Totò, Peppino e i giovani d'oggi», dove i due padri Aldo Fabrizi e il Principe della risata manifestavano tutta la loro diversità e l'antipatia reciproca a dispetto dell'armonia dei loro figli innamorati. Cipullo: «Siamo nel territorio del meta-cinema, dove la fiction si confonde con la vita. A cominciare da Salemme e Abatantuono, uno di Bacoli l'altro di Milano, per proseguire con le loro mogli, quella del sindaco (Elda Alvigini), romana-de-Roma, e la snob Rosita Celentano». Nel cast, tra gli altri, Dino Abbrescia, il cugino skipper della romanaccia, che sogna di fare il giro del mondo in barca, Valeria Bilello, Susy Laude e Sergio Friscia. Le riprese, iniziate il 5 novembre tra Formia, Gaeta e il loro litorale, dureranno cinque settimane per consentire al film di uscire il 24 gennaio. Il budget è di tre milioni di euro.

Salemme, che dice di Abatantuono? «È il Gene Kelly italiano. Molti lo conoscono per la sua maschera comica, porta in sé la tradizione satirica del cabaret milanese, del Derby, per intenderci ma, poi, sa trasformarsi in interprete intenso per Salvatores. E che vuoi di più da un attore?». Lei, invece, ora è anche diventato autore di libri. «Sì, per Baldini e Castoldi ho scritto La bomba di Maradona, un giallo atipico che, in realtà, al principio, era la sceneggiatura di un film troppo complicato da realizzare». Dopo l'esperienza come giurato a «Tale e quale show» («impegno che ho preso con rigore, mi sono divertito seriamente»), Salemme tornerà a Napoli, il 6 marzo al Diana, con la sua ultima commedia, «Con tutto il cuore». Sul set dei «Compromessi sposi» l'impossibile coppia si diverte a giocare con la sceneggiatura. Improvvisa, insomma. «Ma bisogna saperlo fare e, soprattutto, dove andare a parare», precisa Miccichè, che Cipullo ha scelto «perché sa girare la commedia, ma con lo spessore e l'intelligenza di chi ha firmato docufilm su Moro e Borsellino, oltre che tante fiction, come Un posto al sole, La squadra e I liceali». E il regista: «Quando varia sul tema, Salemme usa Eduardo e tutto il teatro che ha dentro; Abatantuono fa lo stesso; pensate all'esperienza del Derby, leggendario cabaret milanese. E il gioco riesce anche perché entrambi sono fisionomie antropologiche e fisiche di questa nostra Italia, che vogliamo far ridere, ma anche riflettere».
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