Di Maio liquida la ditta di famiglia: «Luigi in pizzeria pagato con i voucher»

Di Maio liquida la ditta di famiglia: «Luigi in pizzeria pagato con i voucher»
di Mary Liguori
Mercoledì 5 Dicembre 2018, 07:00 - Ultimo agg. 11:17
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Inviato a Pomigliano d'Arco 

I vicini di casa tacciono, gli ex datori di lavoro rilanciano. «Il ministro qui non ha mai lavorato a nero, nelle pizzerie si prende il personale anche per prestazioni occasionali, non lo sapete? L'hanno pagato con i voucher, con la ritenuta d'acconto, ci sono tante formule per chi collabora sporadicamente». Dalla trattoria di Pomigliano d'Arco, dove Luigi Di Maio ha lavorato per un breve periodo prima di entrare in politica, arriva una nuova versione dei fatti diversa da quella circolata in questi giorni, secondo la quale l'attuale ministro del Lavoro faceva il cameriere senza essere inquadrato e si occupò del sito del ristorante a titolo volontario.

«I titolari ora sono cambiati continua l'ex ristoratori ma vi posso assicurare che qui non sono venuti gli ispettori dell'Inps e se anche venissero non abbiamo nulla da nascondere». Difendono il ministro, gli ex colleghi camerieri, «lo infangano perché rappresenta un punto di rottura con chi ha rovinato l'Italia», tuonano. Ma chi si aspetta di trovare a Pomigliano una roccaforte grillina rimane deluso. Il centrodestra è saldamente al potere con il sindaco Lello Russo e in consiglio sono solo tre gli esponenti del Movimento. Tra loro c'è Dario De Falco, amico di scuola di Luigi Di Maio e oggi suo alter ego. Figlio di un barbiere, De Falco ha fondato con Di Maio la sezione cittadina del M5s, è stato candidato sindaco, ma quando si è decisa la leadership del Movimento ha ceduto il passo al suo amico. Nessuna difesa di campanile, però, a Pomigliano: c'è anche chi invoca le dimissioni del vicepremier. E lo fa evocando una vicenda molto recente che ha avuto per protagonista Maria Busiello, eletta in consiglio comunale col Ms5 e dimissionaria lo scorso 23 novembre dopo una denuncia per abusi edilizi sulla casa in cui vive che però fu costruita dal padre. «La Busiello si è dimessa per colpe che forse ha commesso suo padre, il ministro invece manda l'anziano genitore davanti alle telecamere a leggere un messaggio di scuse umiliante per non lasciare la poltrona», commenta un amico di vecchia data di Luigi Di Maio.
 
Altra storia quella della presenza del ministro, da giovane, sugli spalti dello stadio San Paolo. Di Maio ha spesso dichiarato di aver lavorato nel 2006 come steward; ma da una delle agenzie che all'epoca del Napoli Soccer in serie C si occupava del servizio arriva una versione diversa. «Luigi lavorava per la ditta che distribuiva le bibite, di proprietà del cugino del consigliere regionale di Fdi Luciano Passariello». «Lo pagavano 30 euro a partita, erano prestazioni occasionali», spiega un parente del ministro che come gli altri esige anonimato e minaccia querele. Il tema del giorno è dunque quello dei voucher che spiegherebbero le carenze contributive emerse all'Inps sulla posizione del ministro.

Se a Pomigliano c'è chi ancora commenta, a Mariglianella l'aria si è fatta pesante. I pochi che non si barricano dietro le finestre accusano i giornalisti di voler screditare Di Maio, ma la maggior parte dei residenti preferisce osservare gli estranei attraverso le fessure delle persiane. Via Umberto è un budello che si snoda tra case vecchie, edifici diroccati, antichi porticati, verande di alluminio e cartelli di vendesi e fittasi sulle serrande dei bassi. In una delle traverse c'è la casa in cui è cresciuto papà Di Maio e dove la famiglia aveva residenza fino al 1992. La masseria che cade a pezzi è solo uno degli edifici sui quali si è focalizzata l'attenzione di un intero Paese negli ultimi giorni. Dopo il sequestro dell'area in cui sono accumulati rifiuti, dopo la scoperta che su quel suolo sono sorti senza licenza tre depositi, l'attenzione dei cronisti si è fatta pressante, tanto che una donna, dirimpettaia dell'ormai arcinoto civico 69, non esita a sguinzagliare un molosso. Quell'area, dove erano custodite le attrezzature dell'Ardima, dice il custode del campo di calcio vicino, è chiusa da tempo. Intanto dal Comune ieri sono partite le notifiche per gli abbattimenti. Antonio Di Maio e sua sorella hanno 10 giorni per presentare atti a discolpa. L'Utc porta avanti l'iter amministrativo in via autonoma rispetto dalle attività della Procura di Nola. I magistrati devono ancora pronunciarsi sugli atti trasmessi dalla polizia municipale che portano in calce le ipotesi di reato di abusivismo edilizio e smaltimento illecito di rifiuti, ma l'iscrizione sul registro degli indagati per Di Maio senior e sua sorella sembra, a questo punto, un atto scontato. Ancora nessuna conferma, invece, sull'ipotesi dell'apertura di un filone di indagini teso ad accertare i motivi dei cambi societari all'interno dell'Ardima, che hanno visto avvicendarsi la madre del ministro, lo stesso vicepremier e sua sorella. Cambi avvenuti dopo l'arrivo della maxicartella Equitalia a Di Maio senior e che fanno sospettare un tentativo di elusione o di sottrazione fraudolenta ai fini del pagamento delle imposte.

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