Papa Francesco al Messaggero: «Vi auguro altri 140 anni al servizio dei cittadini»

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«Vi auguro il meglio, 140 anni in più, sempre facendo questo lavoro di servizio». È questo l'augurio che papa Francesco ha rivolto a giornalisti e dipendenti del quotidiano romano il Messaggero nel corso della sua visita privata di questo pomeriggio in occasione dei 140 anni di vita del giornale. Bergoglio si è intrattenuto nella sede del quotidiano in via del Tritone una ventina di minuti salutando uno per uno tutti i circa 200 dipendenti.

Ad accompagnarlo al piano di sopra, per la visita alla redazione Cronaca, il presidente del Messaggero, Francesco Gaetano Caltagirone, con cui il Papa ha scherzato: «Il Messaggero è l'unico giornale che leggo, qualcuno me lo ha sconsigliato». Quindi, accompagnato dall'amministratore delegato, Azzurra Caltagirone, si è recato al piano inferiore, dove operano le maestranze e dove, gli ha spiegato l'ad del Messaggero «ci sono le persone che fanno un lavoro importante anche se non si vede». «Grazie del vostro lavoro nascosto - ha detto loro il Papa -, vi auguro un buon Natale, pregate per me che ne ho bisogno».

 
Al Papa è stata donata la lastra di rame con l'intervista da lui fatta il 29 giugno 2014, festività dei santi Pietro e Paolo, prima intervista al Messaggero, dove incoraggiava Roma a non perdere la fede e la speranza.

Un «momento storico per Roma e il Messaggero, grazie a Papa Francesco». Cosi il quotidiano ha commentato la «prima volta di un pontefice in una redazione». Papa Francesco ha incontrato i dipendenti del Messaggero nella sala grande della cronaca di Roma. «Grazie per il vostro lavoro - ha detto ai giornalisti - il lavoro dell'informazione viene da tutto quello che c'è dietro la carta stampata al mattino, un lavoro che non si vede ma c'è, col cartaceo non sarebbe stato possibile senza il vostro lavoro». Un tema, quello di un'informazione rigorosa, che aveva già toccato e che ribadisce con forza: «Vi auguro il meglio... E 140 anni in più di Messaggero. Ma sempre con spirito di servizio, spiegando le cose senza esagerazioni, sempre cercando la concretezza, quella è la virtù del giornalista: la ricerca del fatto. Non farsi trascinare dal "de relato" (il riferito, ndr), il "de relato" vi fa sbagliare. Il giornalista deve dirsi sempre: questo è il fatto e su questo fatto io penso questo, questo e questo. Grazie per vostro lavoro e vorrei benedirvi, benedicendo voi, i vostri amici e anche i vostri nemici».