Pensioni, clausole per quota 100: va prima chi arriva a 104

Tria e Conte
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Martedì 11 Dicembre 2018, 20:01 - Ultimo agg. 12 Dicembre, 07:13
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Si studiano ancora clausole per ridurre l'impatto economico della quota 100 e delle altre misure in materia previdenziale ma si tratta delle ultime ore per mettere a punto uno dei due provvedimenti simbolo del Governo gialloverde. «Entro stanotte si decide - ha detto Alberto Brambilla, consigliere economico di Palazzo Chigi nel corso
della presentazione di un libro sull'invecchiamento attivo - domani saprete tutto». Tra le ipotesi sul tavolo c'è anche
quella dello stesso Brambilla sull'uscita dal lavoro con priorità per coloro che hanno almeno quota 104 e uscite entro il 2020 per gli altri con quota 100 raggiunta entro il 2018, scadenzate a seconda dell'età e degli anni di contributi.

L'altra ipotesi è quella di una sorta di clausola di salvaguardia che chiuderebbe il rubinetto una volta raggiunto il
limite di spesa. Ma questa ipotesi ha lo svantaggio di far aumentare le domande di pensione (la farebbe anche chi non l'avrebbe fatta in assenza della clausola) a fronte del timore di restare fuori dalla possibilità di utilizzare la misura. Chiaramente ogni ipotesi che riduce l'impatto di quota 100 ha il valore di soluzione economica ma contiene spine per la politica. Tanto che subito fonti della Lega hanno voluto far sapere che Brambilla parla a titolo personale.
Il presidente dell'Inps, Tito Boeri, ha ribadito la sua perplessità sui conti del Governo. «Abbiamo fatto più di 100 simulazioni per il Governo sulla norma per l'accesso alla pensione con almeno 62 anni di età e 38 di contributi e nessuna simulazione è al di sotto delle risorse stanziate in manovra.

Siamo sopra quelle cifre in modo consistente soprattutto negli anni successivi, non ci può essere costanza della spesa». Il Governo ha stanziato 6,7 miliardi per il 2019 e sette miliardi per il 2020 (queste cifre probabilmente dovranno essere tagliate per consentire la riduzione del deficit come chiesto dalla Commissione europea) ma tutte le stime Inps indicano che solo per la cosiddetta quota 100 si spenderà di più anche con un'adesione inferiore al 100%. L'Inps ha tenuto conto nelle sue stime su quota 100 (escluse le altre misure come l'opzione donna e lo stop dell'aspettativa di vita per la pensione anticipata) dell'effetto scoraggiamento all'uscita che si dovrebbe avere con il divieto di cumulo con l'attività lavorativa e delle situazioni del passato.

«I calcoli dell'Inps sono giusti - ha detto Brambilla - mi hanno chiesto di trovare una soluzione e l'ho consegnata. Ora la scelta è politica». Brambilla ha ricordato che ci sono tante persone bloccate dalla riforma Fornero. «Si potrebbe decidere che chi ha quota 104 esce subito e che gli altri vanno in pensione nei 24 mesi successivi. Questo ci fa contenere la spesa». Poi, ha detto, si potrebbe studiare un'uscita dal lavoro con 64 anni di età e 39 di contributi.

«Ho saputo di più di quello che sa la commissione Bilancio del Senato - ha ironizzato Tommaso Nannicini intervenendo alla presentazione del libro con Boeri e Brambilla - oggi cercavo di dire che aveva poco senso mettere la stessa cifra nel 2019 e il 2020, dato che ci sono generazioni sovrapposte. Rispetto al lodo Brambilla comunque vorrei dire che non è la promessa elettorale». 

 

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