Sud, cresciuto il divario con il Nord

Sud, cresciuto il divario con il Nord
di Francesco Pacifico
Venerdì 14 Dicembre 2018, 11:02
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La ricchezza media di un abitante delle regioni meridionali è poco più di metà di quella dichiarata da chi risiede nel Nordovest: 18,5mila euro annui contro 35,4mila. Il livello del Pil pro capite è inferiore del 45% rispetto a quello del Centro-Nord in crescita dal 44,1% nel 2016. Sotto il Garigliano si spendono per i consumi base 13,3mila euro all'anno contro i 20,4mila del Nordovest. Soprattutto questo stato di cose ha costretto nell'ultimo ventennio 1.174.000 persone ad emigrare da una parte, quella più povera, all'altra, quella più ricca, del Paese. A fare questa fotografia è stata l'Istat, che segnala però anche le performance delle aree come la Campania (+1,6 per cento il suo Pil nel 2017) che meglio di altre hanno saputo ottimizzare investimenti pubblici e privati. Ma, finita la crisi, il Settentrione è ripartito a tassi di più o meno europei, il Meridione no.

 

La Svimez ha calcolato che il Pil del Mezzogiorno quest'anno dovrebbe chiudere intorno all'1. Ma nel 2019 è atteso un nuovo rallentamento: +0,7 per cento. In questa tendenza si sconta la bassa propensione ai consumi o la fuga di capitale umano. Su quest'ultimo fronte, soltanto la Campania ha perso 464mila abitanti nel ventennio, 449mila nelle altre regioni limitrofe. Per intenderci, nello stesso periodo, l'Emilia-Romagna ha visto crescere la sua popolazione di oltre 310mila residenti, la Lombardia di 260mila persone.

Per quanto riguarda i consumi, l'Istat ha calcolato che c'è una differenza del 32,4% tra il livello della spesa nel Sud e quella del Nord. Guardando alla crescita, il Pil procapite tra le due aree del Paese vede uno scarto del 45%: non a caso la prima regione dell'area (l'Abruzzo con 24,4mila euro) è lontanissima dagli oltre 42mila euro della Provincia di Bolzano. Chiude la classifica la Calabria con 17,1mila euro.

I numeri forniti ieri dall'istituto di statistica sembrano raccontare la storia di Mario Scognamiglio e di tanti altri ragazzi, nati e formati del Meridione che per motivazioni diverse sono stati costretti a cercare altrove quello che il loro territorio non riesce a garantirgli: in alcuni casi per trovare opportunità di crescita professionale, in altri più semplicemente un'occupazione. Scognamiglio, 34 anni da Portici e laureato in ingegneria delle telecomunicazioni a Napoli, da più di un anno si è trasferito a Milano con la moglie. E lì, i due, hanno deciso anche di avere un figlio. «In fondo avrei poco da lamentarmi. Dopo la laurea - racconta - sono stato assunto quasi subito a Napoli per una multinazionale di consulenza con sede a Roma, ma mi occupavo di programmi per la contabilità gestionale. Non era quello per cui avevo studiato. E ho capito che soltanto andando via potevo migliorare la mia condizione di vita e di lavoro. Poi mia moglie è stata trasferita a Milano e ho deciso di fare il grande salto. Neppure mi ero trasferito e già ero stato preso da un importante azienda dei media come project manager».
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