Droga e racket, rotti i patti tra clan
di Scampia e del centro storico

Droga e racket, rotti i patti tra clan di Scampia e del centro storico
di Giuseppe Crimaldi
Sabato 15 Dicembre 2018, 08:49 - Ultimo agg. 12:22
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Allarme rosso sangue. I recenti episodi di violenza metropolitana legati alla recrudescenza della criminalità organizzata offrono un quadro allarmante della situazione a Napoli. Dal centro storico alla periferia settentrionale, passando per San Giovanni, Barra e Ponticelli rappresentano il più preoccupante indicatore di un momento caratterizzato dalla rottura di vecchie e recenti alleanze. Ciò che sta succedendo è frutto della rottura di equilibri che - finora - avevano nonostante tutto garantito tregue e pace tra i clan. A preoccupare di più sono i segnali che arrivano da due aree della città: la zona compresa tra Scampia, Secondigliano, San Pietro a Patierno, Capodichino, da un lato; e quella del centro storico. Che cosa sta accadendo su questi territori dove si registrano non solo stese, attentati dinamitardi, ferimenti ed efferati omicidi?

L’AREA NORD
La camorra è come un serpente velenoso che cambia pelle. Dopo un relativo periodo di apparente tranquillità, qualcosa si è rotto negli equilibri criminali tra Secondigliano, Scampia e San Pietro. Un attentato dinamitardo contro una pasticceria. Poi la raffica di colpi contro l’ingresso della casa discografica di un neomelodico. Per arrivare, infine, a due gravissimi fati di sangue: l’omicidio di Francesco Climeni, 55enne considerato vicino al clan Licciardi, attirato in una trappola dai killer e barbaramente assassinato; e - solo pochi giorni fa - l’esecuzione di Giuseppe Santangelo, assassinato a 30 anni, e il grave ferimento di un suo amico, il 29enne Fabio De Luca. 
Soprattutto questi ultimi due fatti spiegano che tra i gruppi criminali della Vannella Grassi (Secondigliano), gli esponenti del potentissimo cartello della droga che fanno capo agli Amato Pagano (Scampia e Melito), i pur sempre operativi Di Lauro (Terzo Mondo di Secondigliano), i Licciardi (Masseria Cardone), per non parlare dei fuoriusciti dalla cosca dei Lo Russo di Miano non esistono più solidi rapporti d’alleanza. Non siamo ancora al tutti contro tutti, ma poco ci manca. Naturalmente sullo sfondo ci sono gli sporchi affari di droga. Va poi tenuto presente che sull’asse criminale della periferia nord incombe sempre l’ombra lunga del clan Contini, che non ha mai smesso di rappresentare un potente baluardo di camorra, nemmeno dopo la cattura del boss Eduardo ’0 romano e del suo giovanissimo nipote Ciro, che stava conquistando lo scettro del comando.

IL CENTRO STORICO
Non va meglio nel centro della città. I segnali più recenti indicano l’inquietudine di bande rivali pronte a tutto. L’egemonia dei Mazzarella, l’arretramento dei Giuliano-Sibillo (di nuovo nel mirino dei nemici), la straripante presenza degli stessi Contini, il fermento che emerge dai Quartieri Spagnoli in eterna rotta con i rivali del Pallonetto, sono tutti elementi da considerare per inquadrare raid e agguati. Solo una settimana fa, nella stessa notte, in via Santi Filippo e Giacomo sono accaduti due fatti inquietanti: una bomba fatta brillare per costringere i commercianti a pagare il pizzo e una raffica di proiettili per intimare lo sfratto a chi spaccia nel quartiere per conto del gruppo «sbagliato». L’ultimo episodio verificatosi nel centro storico di Napoli sintesi drammatica ed efficace delle evoluzioni criminali a Napoli. E conferma che è in atto una riscrittura delle alleanze di camorra.
Diversamente dal resto della provincia e della regione, nel capoluogo campano il «sistema-camorra» ha fatto registrare una frammentazione che ha portato come conseguenza all’aumento del numero di bande e gruppi delinquenziali armati. Tanto che, oggi, l’assetto complessivo della criminalità organizzata si sviluppa senza «cupole» o «direttori», come avveniva fino ai tempi in cui ha retto l’Alleanza di Secondigliano, modellandosi in orizzontale anziché in verticale.

 

OBIETTIVO SIBILLO
Ad abbandonare i Giuliano e i Sibillo sono oggi due «famiglie»: quella che fa capo ai De Martino e quella dei Vicorito. Nomi che ai più diranno poco, ma che - invece - hanno un deciso peso specifico in termini di uomini e di potenzialità criminali. Il doppio raid armato di via Santissimi Filippo e Giacomo va letto proprio come una sfida lanciata ai Sibillo da questa nuova compagine, con la probabile e sapiente «regia» dei Mazzarella, che dietro le quinte sfruttano ogni dissidio interno ai gruppi rivali. 
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