Avvocato napoletano da Cracco per la pizza, conto salato e post: «Ecco perché l'ho fatto»

Avvocato napoletano da Cracco per la pizza, conto salato e post: «Ecco perché l'ho fatto»
di Nunzia Marciano
Sabato 15 Dicembre 2018, 11:45
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La polemica più sterile si annida lì dove la mente è più chiusa e se il terreno di gioco sono i social, l’incomprensione frutto di “consapevole ignoranza” diventa cosa fatta. I social, e chi li ha inventati, insomma, vien da chiedersi, quando accade che ad un post, anche ben scritto e senza pretese polemiche, seguano invece una valanga di commenti e nessuno che sia appropriato, almeno secondo l’autore del post stesso. Parliamo di pizza, e già apriti cielo a volerla mettere in discussione a Napoli, ancor di più se il soggetto della questione è lui, Chef Cracco, che qualche tempo fa ha osato farne una sua personale versione.

Ecco i fatti: ieri un avvocato napoletano, Ferruccio Fiorito, a Milano per lavoro, ha deciso di assaggiare la pizza “famosa” di Carlo Cracco. Ora, anche ad un canadese di origini bulgare, trapiantato a Bangkok, sarebbe chiaro che l’avvocato in questione sapeva benissimo che quella pizza nulla avrebbe avuto a che fare con la napoletana versione. Ma nulla proprio. E infatti nel post della polemica semplicemente descrive la sua esperienza, documentata con tanto di super mega scontrino (82€ per: tre pizze -20 cadauna- un’acqua, una coca e due caffè) ma senza in nessun modo paragonarla a Napoli. A prima vista, si può pensare che il malcapitato sia davvero tale e che smentisca la furbizia partenopea spendendo 80€ e più per una pizza che pizza non è. Ma sarebbe bastato leggere un po’ meglio e aprire un po’ di più la mente per andare oltre e vedere quanto fosse chiaro il senso, ossia la curiosità di voler provare.

Quando Cracco fece la “pizza”, Napoli gridò allo scandalo, piovvero critiche da ogni pulpito, per poco non si ricorse all’impiccagione in pubblica piazza. Eppure, il 90% di chi criticò, non aveva idea di ciò di cui stava parlando. Ecco perché è più che sensato che un napoletano assaggi la pizza di Cracco: per curiosità, ma anche per sapere se c’era anche solo il sale a ricordare la pizza napoletana o se, niente, faceva veramente schifo. Se era buona come focaccia o come sottopiatto. Ecco, andrebbe assaggiata per capire come mangiano, spendono e alla fine, vivono al “Norde”, per poterne poi parlare con quella cognizione di causa sconosciuta ai più. Ed è esattamente ciò che pensa Fiorito: “Ho scritto quel post semplicemente descrivendo la mia esperienza ma mai mi sarei aspettato che nessuno, nemmeno le menti che pensavo più aperte, lo capissero”. Il post ha infatti ricevuto centinaia di commenti negativi, da chi suggeriva altre pizzerie a chi parlava di “essere fatti fessi”, e anche chi sosteneva che il malcapitato se l’era cercata, a chi commentava il costo delle bevande e chi il numero dello scontrino, 300 e passa: “Niente di più sbagliato”, spiega Fiorito: “Sapevo benissimo a cosa andavo incontro, quando sono passato davanti alla pizzeria e ho letto “pizza”, ero consapevole ma volevo provare qualcosa che amo alla follia qui a Napoli nella sua versione by Cracco. Sono un professionista napoletano, la curiosità è nel mio DNA e anche il poter parlare con cognizione di causa di contro a chi invece sputa sentenze senza avere idea di ciò che sta dicendo. E in molti fanno informazione in questo modo. Non so se non abbiano colto il senso per mancanza di apertura mentale o per pigrizia. Non mi sono fatto fare “fesso”: semplicemente e consapevolmente ho assaggiato un’eccellenza del nostro territorio fatto altrove, tutto qui”. Oltre alla polemica il post “esce” anche una notizia: la pizza di Cracco non costa più 16€ ma ben 20. Insomma, i social ancora una volta dimostrano che una cosa è comunicare, un’altra è capire e in mezzo tanto parlare a vanvera: in fondo, non si muore assaggiando la pizza di Cracco (che Fiorito descrive come “una buona focaccia”) e non si va sul lastrico pagandola. Si può fare insomma. E poi si può tornare a Napoli a mangiarsi la pizza vera, apprezzandola (se possibile) anche di più.
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