Tunnel

Tunnel
Lunedì 17 Dicembre 2018, 17:16
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Mentre in Italia si continua ad affermare che solo i gialli raccontano la realtà – perché tra le poche storie non ombelicali – arrivando a giustificare, in nome di una presunta verità contestuale, anche la sciatteria della scrittura che li contraddistingue. A smentire questa convinzione arriva Abraham Yehoshua con “Tunnel” (Einaudi), narratore enorme, fuori categoria, che riesce ogni volta a restituire la complessa realtà d’Israele. E lo fa con semplicità e ritmo, creando una appartenenza tra le sue storie e il lettore più lontano. Yehoshua lavora tra concretezza del quotidiano – di uno dei posti più complessi del mondo – e simbolismo. Eppure non ci sono indagini, non ci sono commissari né morti, c’è piuttosto la morte, di lato, onnipresente, quella che pressa sulle vite dei palestinesi e degli israeliani, e con la quale riesce a dialogare, senza sbavature, senza irruzioni mafiose né violenza. Quella di Yehoshua è una continua opera etica senza che questo appesantisca le pagine, un riflesso d’invenzione che ricrea la realtà, come solo la grande letteratura.
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