Migranti, Salvini: «Porti italiani chiusi. Quanti ne accogliamo? Zero». No di Malta allo sbarco

Foto da Twitter (Sea-Watch International)
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Domenica 6 Gennaio 2019, 15:55 - Ultimo agg. 7 Gennaio, 12:51
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L'appello a far sbarcare i 49 migranti che da giorni sono delle navi delle ong Sea Watch e Sea Eye, dopo che dai vescovi, è arrivato oggi direttamente da Papa Francesco. «Rivolgo un accorato appello ai leader europei, perché dimostrino concreta solidarietà nei confronti di queste persone», ha detto il pontefice all'Angelus. La Curia di Torino intanto ha dichiarato la propria disponibilità ad accogliere alcune delle famiglie che si trovano a bordo delle due navi mentre sono 9.000 le proposte di aiuto giunte finora al Comune di Napoli in seguito all'appello lanciato dall'amministrazione. 
 


Il titolare del Viminale, Matteo Salvini, ha però ribadito: «Quanti ne accogliamo? Zero. Chi fa i soldi sulla pelle della gente non ha un porto. Voglio un paese aperto ma chiuso per i trafficanti. Se cediamo oggi, 6 gennaio, da domani siamo da capo, gli scafisti torneranno a far quattrini e le Ong che non rispettano le norme torneranno ad aiutare i trafficanti». Poche ore dopo l'appello del Pontefice il premier maltese Joseph Muscat ha detto che Malta non diventerà il luogo dove vengono fatti sbarcare i migranti salvati dalle organizzazioni umanitarie che altri paesi non vogliono accogliere. In un'intervista a One Radio, Muscat ha chiarito che è sua responsabilità non creare un precedente facendo sbarcare i 49 migranti bloccati sulle due navi. «Il governo - ha affermato - deve trovare un equilibrio tra protezione di vite umane e proteggere Malta e la sua sicurezza, evitando che siano minacciate». Intanto, il titolare delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, ha chiarito: «Nessuna Autorità di sistema portuale italiana può arrogarsi prerogative che travalicano le sue funzioni amministrative. Darò mandato alle strutture del mio ministero di valutare eventuali accertamenti di natura disciplinare. Non ho emanato alcun decreto di chiusura dei porti perché non serve, non essendo alcun porto italiano interessato alle operazioni e non avendo il Maritime rescue coordination centre italiano coordinato i soccorsi». 
 
Ma la presidente dell'Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale, Carla Roncallo, secondo la quale è «vergognoso e incredibile che non si riesca a trovare una soluzione» per i 49 a bordo delle due imbarcazioni, ha sottolineato che «qualsiasi nave può chiedere l' autorizzazione all'attracco e seguire le normali procedure e indicazioni impartire dall'Autorità Marittima. Diversa invece è la questione dell'autorizzazione allo sbarco, operazione che può essere vietata dal Ministero dell'Interno». «Penso che proprio per dare uno schiaffo morale all'Europa che sta ancora in settimana bianca e a Malta che li tiene lì da giorni e giorni, possiamo prenderci dieci tra donne e bambini», ha ribadito oggi l'altro vicepremier, Luigi Di Maio. Sea Watch, dal canto suo continua ad implorare: «Fermiamo questa insopportabile violazione del diritto internazionale e dei diritti fondamentali, fateli scendere subito!».

Ed il medico di bordo, Franck Dorner, avverte che sulla nave «la situazione diventa ogni giorno più instabile e cresce il livello di stress.
La gente salvata - ricorda - era traumatizzata quando ha raggiunto la nostra nave ed ora ogni giorno il mal di mare e le onde alte accrescono i problemi che queste persone stanno affrontando». La vicenda, dunque, per l'esponente della ong, «deve finire il più presto possibile. Abbiamo bisogno di una risposta dalla comunità europea, per una giusta distribuzione delle persone che abbiamo a bordo». «Ci fa soffrire vedere le forze di governo giocare una loro battaglia politica sulla sulla sofferenza delle persone. L'operato dell'Europa è gravemente insufficiente ma le inadempienze della politica non possono ricadere sulle spalle degli ultimi e degli indifesi, usati oggi come strumenti di ricatto per bassi giochi di potere», ha ammonito Libera, guidata da don Luigi Ciotti. Intanto oggi il sit-in '#ApriteiPortì è stato organizzato a Roma, da Officina 47, associazione che raggruppa tutrici e tutori volontari di minori stranieri non accompagnati. ​

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