Elezioni europee, il piano della Lega sfondare al Sud con 4 eletti

Elezioni europee, il piano della Lega sfondare al Sud con 4 eletti
di Adolfo Pappalardo
Lunedì 7 Gennaio 2019, 07:00
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Congressi di primavera a parte (vedi Pd e Fi), si inizia a ragionare sulla squadra da mettere in campo per le Europee. Sfida più ardua per democrat e azzurri che sanno già come le loro truppe a Strasburgo si assottiglieranno a vantaggio delle forze di governo. Non tanto i grillini che contano di confermare i 5 eletti quanto la Lega che, per la prima volta, vedrà eletti dalla circoscrizione meridionale.

Il colpaccio è 4 europarlamentari dal Meridione. Nei prossimi giorni i coordinatori regionali si vedranno con Matteo Salvini per iniziare a ragionare sul risiko dei nomi. Prova nevralgica per Salvini che considera le Europee il trampolino perfetto per sfondare in Europa e, a cascata, in Italia. Per ora sembra che i parlamentari leghisti rimarranno dove sono con l'unica certezza di mettere proprio Salvini a capolista (al Sud e nelle altre circoscrizioni come 5 anni fa). E da qui trainare gli altri da pescare nel mondo produttivo o tra alcuni sindaci di medie città del Meridione.
 
A cascata il nome del capolista della Lega si interseca con quello di Forza Italia. È noto: le Europee dovrebbero segnare il gran ritorno in politica attiva di Berlusconi ma è assai difficile che si presenti come capolista se lo farà anche Salvini. Il terrore è che in una sfida a distanza nel Sud il Cavaliere possa essere surclassato di parecchie lunghezze. E con la lunga storia politica che si porta dietro il fondatore di Fi sarebbe una sconfitta ingloriosa senza nemmeno l'onore delle armi. Probabile, quindi, che il posto tocchi al presidente Ue Antonio Tajani o, in alternativa, al centrista Lorenzo Cesa (solo al Sud dove è uscente). Come sicuri sono le ricandidature degli uscenti Martusciello, Patriciello e Fitto. Le preferenze sono però di genere (almeno una donna su tre complessivi da esprimere) e quindi spazio, al secondo posto, all'ex assessore Caterina Miraglia e all'imprenditrice Angela Russo (entrambe non elette al Senato a marzo scorso).

Risiko complicato anche per i democrat perché sanno bene come sarà difficile riportare alla Ue 6 eletti (compreso Massimo Paolucci, poi passato con Liberi e Uguali). Perché allora, 5 anni fa, il partito segnò il punto più alto della parabola arrivando a toccare uno strabiliante 40 per cento impossibile da ripetersi. Anzi. Per il posto da capolista la parola toccherà al segretario nazionale che si elegge a marzo (nel 2014 Renzi optò per le donne in cima alla lista). L'unica cosa certa, capolista a parte, è che in campo torneranno gli uscenti ben sapendo però che, stavolta, tutto sarà maledettamente difficile. Sicura l'elezione del capolista e di una donna (l'uscente Picierno) mentre per il terzo posto la lotta si restringe tra Caputo, Cozzolino e Ferrandino.

I grillini potrebbero confermare i 5 eletti del 2014 e sembra che M5s ricandidi gli uscenti (sempre passando per il voto web) con l'eccezione del capolista. In questo caso però si vorrebbe puntare su esponenti della società civile. Il pensiero corre a Sarah Varetto, attuale vicedirettore di SkyEuropa, e la giornalista Licia Colò, entrambe ospiti a Napoli, prima di Natale, dell'iniziativa organizzata dalla Casaleggio. Nel caso però non passeranno per alcuna selezione web.

Dovrebbe essere l'anno del gran salto (che poi è un ritorno) del sindaco de Magistris a Strasburgo e il suo movimento transazionale con gli spagnoli Podemos e diEM25 dell'ex ministro greco Varoufakis. Con l'obiettivo di eleggere proprio Dema e farne magari un trampolino per le elezioni di palazzo Santa Lucia.
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