Addio all'immunologo Aiuti: il pioniere della lotta all'Aids suicida in ospedale

Addio all'immunologo Aiuti: il pioniere della lotta all'Aids suicida in ospedale
di Raffaella Troili
Giovedì 10 Gennaio 2019, 07:30 - Ultimo agg. 14:17
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 Ci sono addii più difficili da raccontare, specie se i protagonisti avevano il piglio invincibile del combattente. Se ne è andato ieri Ferdinando Aiuti, immunologo di fama mondiale, le sue pantofole sono state trovate verso le 11 sul vicino pianerottolo del quarto piano del reparto di Medicina generale del Policlinico Gemelli. Il corpo era dieci metri almeno più sotto, nella tromba delle scale. Nessuna traccia di sangue né sulla balaustra, né sui gradini. Una caduta accidentale, un malore o un gesto volontario? Nessuno nonostante l'ora avrebbe visto nulla. Il professor Aiuti, 84 anni, era in ospedale da fine dicembre, le sue condizioni di salute erano peggiorate, come l'umore. Soffriva di una grave cardiopatia ischemica. Per questo sul suo decesso, la Procura di Roma ha aperto un'inchiesta e non si esclude l'ipotesi del suicidio.
 
Al momento nel fascicolo della Procura non è stato ipotizzato alcun reato, ma nelle prossime ore il pm Laura Condemi potrebbe procedere per omicidio colposo o istigazione al suicidio. La Scientifica ieri ha svolto i primi rilievi, ascoltati anche i responsabili del reparto. All'autopsia, che sarà eseguita dal professor Costantino Ciallella dell'istituto di Medicina legale della Sapienza, il compito di fare un po' di chiarezza, quantomeno il medico legale dovrà verificare se Aiuti abbia assunto farmaci particolari o se sia stato colpito da infarto. Il policlinico Gemelli ha precisato che la morte di Ferdinando Aiuti «è sopravvenuta per le complicanze immediate di un trauma da caduta dalla rampa delle scale adiacente il reparto di degenza». Aggiungendo che il professore era ricoverato presso il reparto di Medicina generale della Fondazione Policlinico Gemelli, per «il trattamento di una grave cardiopatia ischemica da cui era da tempo affetto e che lo aveva già costretto ad altri ricoveri e a trattamenti anche invasivi». Più recentemente, «il quadro cardiologico si era aggravato evolvendo verso un franco scompenso cardiaco, in trattamento polifarmacologico».

Aiuti, nato a Urbino nel 35, ha fondato nell'85 l'associazione Anlaids. Medico, ricercatore, politico e pioniere della lotta all'Aids, ha lasciato un segno con le sue molte battaglie e in chi ha avuto a che fare con lui, anche scontrandosi. Il suo bacio sulla bocca nel 91 a Cagliari, durante un convegno, a una giovane sieropositiva, ha fatto da spartiacque, se c'è stato un prima e un dopo sulle false credenze da Hiv è merito suo. «Porterò con me il suo coraggio», commenta oggi Rosaria Iardino, protagonista di quel bacio che fece il giro del mondo. «Il mio uomo del bacio, da lui enorme contributo alla ricerca». «La scienza oggi piange un grande uomo. Sono certa che il suo grande impegno vivrà con l'Anlaids», ha scritto in un tweet il ministro della Salute Giulia Grillo. Piange «una figura simbolo» il presidente onorario di Arcigay Franco Grillini, mentre lo ricorda come «lo scienziato che con i suoi studi ha salvato migliaia di vite» il vice presidente del Senato Roberto Calderoli.

Aiuti è stato ordinario di Medicina interna, direttore e docente della Scuola di specializzazione in allergologia e immunologia clinica, coordinatore del Dottorato di ricerche in Scienze delle terapie immunologiche all'Università Sapienza di Roma (1980 - 2007).

Specialista in Malattie infettive e cardiologia, ha svolto la carriera al Policlinico Umberto I dal 66: assistente, aiuto, dal 1985 primario di Immunologia e allergologia clinica. Con oltre 600 pubblicazioni scientifiche nel 92 ebbe il titolo di Cavaliere di Gran Croce al Merito della Repubblica; nel 2010 fu nominato dal ministro dell'Istruzione - su proposta del Senato Accademico della Sapienza - professore emerito a vita.

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