Nella galleria dello shopping il vertice segreto dei due clan del Napoletano

Nella galleria dello shopping il vertice segreto dei due clan del Napoletano
di Cristina Liguori
Venerdì 11 Gennaio 2019, 10:17
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Un summit a Marano tra gli Orlando e i componenti del clan De Rosa, cosca qualianese satellite dei Mallardo. Un incontro tenutosi in un centro commerciale molto noto. Un appuntamento nemmeno tanto segreto, in un luogo pubblico e frequentato. Emerge dall'ordinanza di cattura di 9 estorsori appartenenti al clan Mallardo e De Rosa. L'arresto avvenuto martedi mattina è stato messo a segno dai carabinieri di Giugliano su ordine della Dda. Al summit di due anni fa hanno preso parte da un lato i boss e i gregari della consorteria criminale di Marano ovvero Lorenzo Nuvoletta, Raffaele Veccia, Vincenzo Lubrano, Angelo Orlando, Sabatino Russo, Celestino Carbone, Armando Lubrano e Vittorio Raiola e dall'altro Paolo Mauriello, Giovanni Ciccarelli e Giovanni Ferrigno, affiliati dei De Rosa.

SPARTIZIONE
Quello che si sono detti sarà probabilmente oggetto di un'altra inchiesta. Di sicuro si è discusso di controllo del territorio, anche se la traccia seguita è quella dello spaccio di stupefacenti. A Marano ci sono i fornitori, secondo quanto emerge da ordinanze e dichiarazioni di pentiti, a Qualiano i pusher. I carabinieri di quella mattina di due anni fa ricostruiscono ogni passo. I tre gregari dei De Rosa vengono intercettati e fotografati insieme agli Orlando. I tre dopo l'incontro parlano della forza criminale del gruppo di Marano: «Ma quello che hai abbracciato chi è?» «È Nuvoletta, hai visto quanta gente tiene intorno? È uno grosso». Dopo il summit i tre continuano il giro estorsivo.

 

L'ARMA
In tasca hanno una pistola carica e, come emerge dalle intercettazioni, temono di essere scoperti dalle forze dell'ordine tanto che viaggiano con il finestrino aperto nell'evenienza di dover buttare la pistola: «Mi sto conLa pistolagelando» avrebbe detto uno dei tre. I  criminali, quel giorno, furono scoperti e arrestati. Le forze dell'ordine scoprirono che la pistola con la quale giravano indisturbati era la stessa che esplose dei colpi contro l'abitazione di due imprenditori di Qualiano uno dei quali vicensidaco durante l'amministrazione De Luca, Antonio Castaldo. Gli spari, verosimilmente, furono esplosi come ritorsione per non aver ceduto ad una richiesta estorsiva per un cantiere 
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