“Sostenere che gli italiani siano tutti razzisti è una generalizzazione oltre che un messaggio sbagliato – spiega ‘o Zulù - questo non è il paese reale, anche se è certamente il riverbero di investimenti sempre minori sulla scolarizzazione e della mancata educazione familiare verso valori come la tolleranza e il rispetto. L’attuale propensione al razzismo risponde a dati elettorali spesso falsati e a una percezione amplificata dai social network. Il resto sono solo proiezioni e il frutto dell’hate speech”. Così mentre la realtà ci consegna “traffico ai confini per la fuga dei cervelli, traffico di armi, droga, denaro e gioielli, di informazione, di organi e schiavi che intasano i caselli” l'italiano medio è stretto nella scelta del se “viene prima un bambino italiano o un rimbambito padano”.
L’incipit del video, curato da InColore con la regia di Gianluigi Sorrentino, rimanda a un’altra citazione cinematografica, “Pulp Fiction” di Quentin Tarantino, dove il dialogo tra Vincent, Jules e Marvin viene rimodulato su una discussione sull’uso della rete.
Il finale resta uguale: bisogna sempre avere un’opinione. “È la percezione di un ingorgo sociale, più che automobilistico – sottolinea o'Zulù - per raccontare un paese che non è invaso, ma che al contrario si sta svuotando”. Un singolo che lo stesso Zulù definisce “impopolare”, senza alcuna soluzione imposta ma con la consapevolezza che “un mondo diverso è ancora possibile”. “Il traffico” anticipa l’uscita di “Bassi per le masse” che vedrà la partecipazione di decine di ospiti che hanno accompagnato o'Zulù nel suo nuovo viaggio artistico, politico e musicale.