Alta velocità, tra 7 anni
Roma-Bari in 3 ore

Alta velocità, tra 7 anni Roma-Bari in 3 ore
di Francesco Pacifico
Lunedì 14 Gennaio 2019, 09:48 - Ultimo agg. 18:45
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Ci vorranno almeno 7 anni per andare in treno da Roma a Bari in tre ore e dalla Capitale a Reggio Calabria in quattro. Si dovrà aspettare fino al 2026 per unire la linea nazionale dell'alta capacità (che si ferma a Battipaglia) ai binari delle due dorsali dell'estremo Mezzogiorno. Eppure su queste due linee si viaggerà a una velocità ridotta rispetto al resto del Paese: in pochi punti si potranno raggiungere i 250 chilometri orari, altrimenti la media sarà di 200 chilometri. In ogni caso lontano dai 300 chilometri all'ora che si toccano fino a Napoli. Il governo rischia di cadere sul pezzo dell'alta velocità tra Torino e Lione che passerà per la Val di Susa. La struttura di missione del ministero delle Infrastrutture che valuta i costi e benefici delle grandi opere - cioè la stessa che ha appena bocciato la Tav in Piemonte - deve dare una sua valutazione anche sull'alta velocità tra Brescia e Padova. Ma nonostante le distanze politiche e ideologiche sul capitolo infrastrutture tra Cinquestelle e Lega, mai nessuno in maggioranza ha messo in discussione le più importanti opere da realizzare nel Mezzogiorno. Eppure questo non vuol dire che tutto fili lisci come previsto e che non manchino polemiche.

 

LA LISTA
Nei 137 miliardi che sono inseriti nel bilancio dello Stato per le opere pubbliche da realizzare da qui a vent'anni, circa 49 miliardi di euro sono destinati ai cantieri del Meridione. Ventuno saranno spesi per il trasporto in ferro in una lunghissima lista, che parte con la Napoli a Bari e la Battipaglia-Reggio Calabria e continua con arterie non meno importanti per collegare il Sud al resto d'Europa: la linea Messina-Palermo-Catania, la Bologna-Foggia-Bari ed in Sardegna la Cagliari-Sassari-Olbia. Non meno importanti sono le trasversali ioniche: Battipaglia-Potenza-Metaponto, il potenziamento Taranto-Metaponto-Sibari-Paola e quello Sibari-Catanzaro-Reggio Calabria. Ma come detto le vere priorità sono i collegamenti tra la capitale del Paese e i capoluoghi pugliese e calabrese.
L'alta capacità tra Napoli-Bari dovrebbe essere pronta entro il 2026. Non è una linea nuova come avvenuto da Torino al centro campano, ma un potenziamento di quella storica, raddoppiando i binari: quelli attuali permettono il passaggio di poche corse. Dei futuri 150 chilometri da riqualificare, soltanto 40, cioè un terzo, permetterà una velocità massima di 250 chilometri orari. Sul resto, si viaggerà a 200 chilometri orari, sufficienti comunque a raggiungere Bari da Roma in tre ore e da Napoli in due. Entro quest'anno, ha promesso Rfi - il gestore della rete ferroviaria - saranno messe a gara tutti i tratti non ancora cantierizzati. Il punto più critico riguarda il pezzo tra Apice e Orsara, di fatto l'unica parte del tracciato non ancora entrato del vivo anche perché qui nascerà la stazione Hirpinia, il vero hub per un'area che va dal Benevento al Foggiano e guarda alla provincia Nord di Napoli. Su uno stanziamento complessivo di oltre 6 miliardi di euro, vale circa 2,3 miliardi, ma sempre da Rfi fanno sapere che tutto l'iter degli appalti sarà presto concluso.

GROTTAMINARDA
Nei mesi scorsi, poi, la maggioranza si è affrettata a smentire le voci che volevano l'abbandono della variante di Grottaminarda che da sola costa 1,6 miliardi di euro, per trasferire queste risorse all'elettrificazione della linea esistente tra Avellino e Benevento. È una velocizzazione anche l'intervento in corso sui binari già esistenti tra Battipaglia e Reggio Calabria. In passato la politica, non soltanto quella locale, ha vagheggiato la costruzione di una linea nuova. Poi, complice gli alti costi e la necessità di collegare in tempi brevi questo pezzo d'Italia con il resto del Paese, si è deciso semplicemente di adeguare i binari esistenti per fare correre i treni tra 200 e 250 chilometri orari.
Per l'opera è stata definita una spesa di poco superiore ai 5,4 miliardi di euro, ma per il territorio si può fare di più. La regione Calabria si è detta disponibile a finanziare uno studio di fattibilità per realizzare una vera alta capacità. La Basilicata, invece, chiede la costruzione di bretelle almeno verso Potenza nel tratto di sua competenza. Su questo versante la maggioranza, spesso celandosi dietro i rischi di impatto ambientale, non ha ancora preso una posizione politica. Perché, come ha spiegato in Parlamento l'amministratore delegato di Rfi, Maurizio Gentile, «L'alta velocità è una scelta politica. Portarla da Salerno a Reggio Calabria costerebbe circa 12 miliardi, attualmente su questo progetto non sono previste risorse».
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