Valentina Nappi provocatoria su Instagram: «Sono stata ‘stuprata’ da Salvini»

L'immagine pubblicata da Valentina Nappi su Instagram contro Matteo Salvini
L'immagine pubblicata da Valentina Nappi su Instagram contro Matteo Salvini
di Gennaro Morra
Lunedì 14 Gennaio 2019, 11:45
4 Minuti di Lettura
Ennesima uscita provocatoria nei confronti del segretario della Lega da parte della pornostar napoletana, Valentina Nappi, che su Instagram ieri ha pubblicato una sua fotografia con la scritta sovraimpressa “Sono stata 'stuprata' da Salvini”. Ma non siamo di fronte a un altro caso in cui un personaggio famoso aderisce al movimento mondiale “#MeToo”, denunciando di aver subito un abuso sessuale da un collega o dal potente di turno. La violenza di cui parla la Nappi è di tutt’altra natura e attiene alle politiche del ministro dell’Interno, come spiega lei stessa nel lungo post che accompagna l’immagine.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Sono stata 'stuprata' da Salvini. Sono stata 'stuprata' da Salvini perché al di là di aspetti anche condivisibili (che pure ci sono) delle sue scelte concrete, e al di là del fatto che molte responsabilità non sono solo sue, Salvini ha riabilitato la peggiore cultura identitaria nazionalista, quella rappresentata dalla triade Dio-Patria-Famiglia. Babbo Natale, la Befana, niente Ramadan, sì al panettone rigorosamente a Natale, la colomba a Pasqua, la cucina tradizionale, i gay sì ma la famiglia solo quella tradizionale, i crocifissi rigorosamente nelle aule, Dio nei discorsi degli esponenti politici e tutta la plebe unita comunitariamente dai vecchi 'sani' valori identitari nazionali tradizionali. Non so voi, ma questa io la chiamo cultura di sapore fascista. Ed è uno stupro culturale di proporzioni immani. La questione dell'immigrazione, al di là dei complessi aspetti pratici su cui non intendo dilungarmi (la mia opinione è che una gestione razionale dei flussi migratori è — e soprattutto sarà — necessaria), è una questione culturale. Io non voglio vivere in un paese con una cultura ufficiale unica, cattolica di destra, nazionalpopolare. Io voglio vivere in un paese ateo, multietnico, con un'identità culturale che affondi le proprie radici nell'Illuminismo e nel marxismo più illuminato, e che sviluppi queste ultime all'altezza della modernità contemporanea. Il linguaggio grezzo, i modi spicci e i toni al limite del violento, invece, ci riportano a una cultura tribale che produce una violenza contro il diverso (come abbiamo potuto vedere) simile a quella che si dà in molte specie di primati non umani. Rispetto a tutto ciò, il genocidio è qualcosa di differente solo per grado. #salvini #immigrazione #lega #leganord #matteosalvini

Un post condiviso da Valentina Nappi (@instavalentinanappi) in data:


«Sono stata “stuprata” da Salvini perché al di là di aspetti anche condivisibili (che pure ci sono) delle sue scelte concrete, e al di là del fatto che molte responsabilità non sono solo sue, Salvini ha riabilitato la peggiore cultura identitaria nazionalista, quella rappresentata dalla triade Dio-Patria-Famiglia – scrive l’attrice –. Babbo Natale, la Befana, niente Ramadan, sì al panettone rigorosamente a Natale, la colomba a Pasqua, la cucina tradizionale, i gay sì ma la famiglia solo quella tradizionale, i crocifissi rigorosamente nelle aule, Dio nei discorsi degli esponenti politici e tutta la plebe unita comunitariamente dai vecchi “sani” valori identitari nazionali tradizionali».
 
E dopo quest’introduzione, anche ironica, affonda il colpo e non usa mezzi termini: «Non so voi, ma questa io la chiamo cultura di sapore fascista. Ed è uno stupro culturale di proporzioni immani. La questione dell'immigrazione, al di là dei complessi aspetti pratici su cui non intendo dilungarmi (la mia opinione è che una gestione razionale dei flussi migratori è — e soprattutto sarà — necessaria), è una questione culturale. Io non voglio vivere in un paese con una cultura ufficiale unica, cattolica di destra, nazionalpopolare. Io voglio vivere in un paese ateo, multietnico, con un'identità culturale che affondi le proprie radici nell'Illuminismo e nel marxismo più illuminato, e che sviluppi queste ultime all'altezza della modernità contemporanea. Il linguaggio grezzo, i modi spicci e i toni al limite del violento, invece, ci riportano a una cultura tribale che produce una violenza contro il diverso (come abbiamo potuto vedere) simile a quella che si dà in molte specie di primati non umani. Rispetto a tutto ciò, il genocidio è qualcosa di differente solo per grado».
 
Non è la prima volta che Valentina Nappi sui social network interviene sulla questione immigrazione, dichiarandosi a favore dell’africanizzazione dell’Italia e criticando la politica di Matteo Salvini. Dal canto suo, il capo leghista in passato non ha disdegnato di rispondere alle provocazioni della porno diva, affermando: «Se l’opposizione alla Lega Nord è rappresentata dalla pornostar Valentina Nappi, che si fa ritrarre su Facebook circondata da uomini di colore preannunciando un’orgia nel nome della clandestinità, allora siamo nel giusto». Ma stavolta il ministro, sempre impegnato a rintuzzare gli attacchi che gli arrivano da più parti, soprattutto da esponenti dello showbiz e della società civile, non sembra aver raccolto l’ennesima provocazione della Nappi.
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