L'ex boss che uccise Simonetta:
ho due tumori, mandatemi a casa

L'ex boss che uccise Simonetta: ho due tumori, mandatemi a casa
di Nicola Sorrentino
Venerdì 18 Gennaio 2019, 06:20 - Ultimo agg. 06:21
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«Ho scoperto di avere altri due tumori, voglio vivere per curarmi, mandatemi agli arresti domiciliari». Lo ha detto ieri, in video conferenza, Antonio Pignataro, il 61enne boss ex esponente della Nco e della Nuova Famiglia poi, ai giudici del tribunale di Nocera Inferiore. Il collegio del presidente Franco Russo Guarro lo ha ascoltato, dopo aver riunito i due procedimenti del maxi processo «Un’altra storia», fondato su di un presunto patto tra ambienti criminali ed ex candidati al consiglio comunale.

Lo sfogo di Pignataro, condannato per reati di camorra e per l’omicidio della piccola Simonetta Lamberti, proveniva dal carcere di Opera, a Milano, dove è detenuto con l’accusa di associazione di stampo camorristico e scambio elettorale politico-mafioso. «Le mie condizioni di salute - ha esordito - non sono compatibili con il mio stato di detenzione. Lo dicono sei ordinanze di sei tribunali diversi. Ho già un tumore al fegato e a dicembre scorso ho scoperto di averne altri due al polmone destro. Dovrei fare degli esami specifici, ma nelle strutture sanitarie mi ci portano in ritardo, rispetto al tempo stabilito. Avrei dovuto fare una Tac all’addome e al torace, ma mi rimandarono indietro, in carcere. Dovrei fare controlli ogni tre mesi, ma di mesi ne trascorrono anche sei, e la Tac non me la fanno fare. Non lo sanno che ho altri due tumori. Chiedo a voi, presidente, di intervenire con la misura cautelare dei domiciliari. Devo curarmi e voglio vivere per curarmi. Cosa devo fare?».
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