Pd, salta il piano di De Luca: solo Visconti fa dietrofront

Pd, salta il piano di De Luca: solo Visconti fa dietrofront
di Adolfo Pappalardo
Domenica 20 Gennaio 2019, 10:00
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Più che un congresso, quello del Pd napoletano e campano, è ormai un eterno gioco dell'oca a voto ancora in corso. E se ci sono voluti giorni e giorni tormentati per avviare il voto per la scelta del segretario regionale, ieri con la rinuncia alla corsa di Rodolfo Visconti viene tutto archiviato e messo in naftalina. Perché con solo tre candidati in campo per la segreteria regionale, la scelta viene rimandata al 3 marzo (nel frattempo il partito è retto dall'uscente Assunta Tartaglione). Il voto di questi giorni nei circoli, invece, riguarda solo la scelta del segretario nazionale. Perché in quest'ultimo caso i competitors sono più di tre.
 
Le ultime 48 ore comunque sono state più che tormentate. Tra l'affannoso lavoro per far partire un voto nei circoli che è a macchia di leopardo e il tentativo di bloccarlo. Con l'intervento del governatore Vincenzo De Luca in persona che due mattine fa ha praticamente diretto il traffico tra ras e capicorrente vari nel suo ufficio a palazzo Santa Lucia per tentare di far ritirare i due candidati dell'area Zingaretti: il sindaco di Marano Rodolfo Visconti appunto e la dirigente scolastica Armida Filippelli. Con l'obiettivo di far salire sulla poltrona della segreteria regionale il suo candidato, il sindaco di Poggiomarino Leo Annunziata, in uno scontro facile e ristretto al solo parlamentare sannita Umberto del Basso de Caro. In nome dell'unità ovviamente, e lasciando ai due nomi di Zingaretti altre cariche di vertice nella segreteria regionale. Un accordo andato in fumo per il no della Filippelli, decisa a rimanere in gara.

Poi ieri mattina nel vaudeville del voto democrat si ufficializza la rinuncia di Visconti, che firma un comunicato unitario con Annunziata. «Abbiamo condiviso - dicono i due sindaci - la necessità di un rilancio unitario dell'azione politica del partito in ambito regionale, a partire dalla Città metropolitana di Napoli. Asse portante di tale rilancio dovranno essere la valorizzazione dei tanti risultati conseguiti dall'importante azione di governo della giunta regionale, il più ampio coinvolgimento di circoli e militanti, una grande apertura al mondo civico, professionale, culturale ed associativo. Tutto per superare le deleterie divisioni interne», aggiungono i due mentre in molti circoli del Napoletano gli iscritti non sanno nulla e daranno un voto per il segretario regionale che ormai non serve più perché a decidere saranno le primarie aperte del 3 marzo. E l'area Orlando ne approfitta per tirare la volata alla Filippelli, ormai unica candidata in campo della mozione Zingaretti per la segreteria regionale. La prima sciabolata è proprio contro la gestione del partito di questi giorni: «La Filippelli non solo rappresenta la discontinuità necessaria nei confronti di una gestione del partito che negli ultimi anni ha portato la nostra comunità a risultati non certo positivi, ma anche la necessaria apertura, proprio come la candidatura di Nicola Zingaretti alla segreteria nazionale, nei confronti di alcuni mondi che negli ultimi anni hanno abbandonato il Pd», dicono Marco Sarracino e Camilla Sgambato.

Immancabili, però rimangono i veleni. In queste ore, infatti, nel Pd tutti stanno a spulciare i regolamenti. Ed in quello regionale per l'elezione alla carica di segretario è saltata fuori un'incompatibilità con la carica di sindaco. Come è, appunto, Leo Annunziata. A farlo notare, ovvio, sono gli avversari paventando la possibilità di mettere mano ai ricorsi un minuto dopo la facile elezione di Annunziata. Dall'altro lato, invece, si fa notare come questa incompatibilità non è prevista dal regolamento nazionale che supera quello regionale. Questioni di punti di vista e materia allo studio in queste ore di alcuni iscritti che si occupano di giustizia amministrativa. Tanto tutto si vedrà il 3 marzo, dopo il voto. Intanto questo fine settimana registra una prima e parziale anagrafe degli iscritti democrat a Napoli e in provincia. E i numeri sono da brivido: appena 8mila iscritti quando nel 2016 erano quasi 24mila e i vertici provinciali contavano di arrivare almeno a 16mila. Praticamente due su tre iscritti al partito si sono volatilizzati in appena due anni...
 
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