Napoli, il verde negato: sette parchi chiusi al pubblico

Napoli, il verde negato: sette parchi chiusi al pubblico
di Gennaro Di Biase
Mercoledì 23 Gennaio 2019, 07:00
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Verde è la vernice dei cancelli sbarrati più che il colore di alberi, prati e foglie. Sono sette i parchi chiusi in città. Alcuni di questi non si sono mai ripresi dalla bufera di fine ottobre, la Caporetto della flora partenopea che ha portato alla decapitazione di centinaia di tronchi. A tre mesi di distanza, molti giardini restano off limits: la coperta delle potature è cortissima, «in tutta Napoli c'è un solo team di 22 lavoratori - conferma Marco Gaudini, consigliere comunale dei Verdi - e di sicuro non basta». Discorso a parte va fatto invece per il Gasometro, il San Gennaro, il parco Urbano dei Camaldoli e il Vergiliano a Piedigrotta, intrappolati dalla burocrazia e da lavori al palo.
 
Parco che vai, problema che trovi. La mappa delle chiusure non risparmia nessun quartiere: il Parco del Poggio ai Colli Aminei, il San Gaetano Errico a Secondigliano, il Viviani a via Santacroce. A queste aree verdi, inaccessibili perché controlli, potature e abbattimenti si fanno aspettare quanto Godot, si aggiungono il San Gennaro nella Sanità e il Re Ladislao a San Giovanni a Carbonara, off limits per necessità di interventi strutturali. Diversa l'antifona per il famoso «incompiuto» Gasometro al Vomero: lavori iniziati nel 2010, ripresi nel 2016, e di nuovo interrotti nell'estate del 2018 in attesa che si approvi una variante al progetto (lo spostamento di una rampa prevista all'ingresso del giardino). Al Parco Urbano dei Camaldoli, problema alberi a parte, c'è un costone da mettere in sicurezza. «Il varco di via Camaldolilli - continua Gaudini - potrebbe essere riaperto, ma mancano i sorveglianti. Sto pressando per utilizzare personale Lsu che, in supporto ai dipendenti comunali, consenta l'apertura». Dulcis in fundo, l'ottavo parco: il Vergiliano a Piedigrotta, aperto di norma (tranne il martedì) ma chiuso ogni volta che c'è maltempo. Nonostante le manutenzioni serve un rivestimento che renda meno scivolosi, e cioè meno pericolosi, gli scalini che conducono alla tomba di Virgilio. Al Parco del Poggio, dopo tre mesi e 4 pini decapitati, mancano altrettanti abbattimenti, nonostante «un flash mob pro-riapertura organizzato il 3 dicembre, nel disinteresse delle istituzioni», ricorda Gennaro Acampora, consigliere della III Municipalità. A oggi restano cittadini delusi, tronchi mozzati, malerba fiorita nell'abbandono, nastri adesivi a tappare buchi nelle inferriate. «Il Poggio è chiuso per problemi di alberi - spiega il presidente municipale Ivo Poggiani - Il San Gennaro, vandalizzato, è chiuso dall'estate per rischio idrogeologico: buche nel terreno di cui il Comune non ha verificato le cause. Servono carotaggi, e siamo in attesa di risposte dopo il sopralluogo di 15 giorni fa con l'assessore al Verde». Passando in centro, «sul parco Viviani abbiamo fatto un grande investimento - dice il presidente della II Municipalità Francesco Chirico - l'ultimo finanziato da noi. Quasi 400mila euro per la riqualificazione. Purtroppo, il parco è chiuso dalla tempesta di fine ottobre: la Municipalità non ha macchinari per tagliare gli alberi pericolanti. La settimana scorsa la commissione Ambiente ci ha aiutati nell'organizzazione della potatura». In città ci sono 104 giardinieri comunali, di questi solo 22 sono potatori e si occupano delle alberature di alto fusto. Nei prossimi mesi andranno poi in pensione gli ultimi 4 agronomi. Nel 2018 la cifra destinata alle potature di alto fusto era di 140mila euro, l'assessorato al Verde ne ha chiesto 200mila per il 2019. Fondi che, se approvati in bilancio, si sommeranno ai 100mila euro stanziati per gli alberi nel triennio 2017-2019. Il tutto in attesa di un auspicato «Piano Marshall della ripiantumazione» da 5,3 milioni della Città Metropolitana: «Il progetto varato il mese scorso permetterà azioni strategiche - dichiara Ciro Borriello, assessore comunale al Verde - ripiantare gli alberi morti e mancanti nelle strade, la riforestazione delle aree periferiche e di implementare fino al 10% le alberature dei parchi. Quanto alle risorse umane, potremo risolvere il problema solo quando il governo ci darà la possibilità di assumere nuovo personale».
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