Mogherini: «Pronti a chiudere Sophia». Salvini: «In Italia solo chi ha diritto»

Mogherini: «Pronti a chiudere Sophia». Salvini: «In Italia solo a chi ha diritto»
Mogherini: «Pronti a chiudere Sophia». Salvini: «In Italia solo a chi ha diritto»
Mercoledì 23 Gennaio 2019, 09:49 - Ultimo agg. 14:24
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L'Alto rappresentante dell'Ue Federica Mogherini ha parlato della controversa missione Sophia. «L'operazione Sophia è stata ed è ancora un'eccellenza della politica di difesa europea. Ha contrastato il traffico di esseri umani nel Mediterraneo fino quasi a fermarlo del tutto, addestrato la guardia costiera libica, e salvato vite. Sophia ha portato tutta l'Ue nel Mediterraneo, dove l'Italia era sola prima del 2015. Se oggi l'Italia, che ha il comando e il quartier generale dell'operazione, non vuole più Sophia, siamo pronti a chiuderla».

Salvini duro. «La missione navale Sophia ha come ragione di vita che tutti gli immigrati soccorsi vengano fatti sbarcare solo in Italia. Accordo geniale, sottoscritto dal Governo Renzi non so in cambio di cosa. O cambiano le regole, quindi, o finisce la missione». Lo ha detto il ministro dell'Interno Matteo Salvini intervenendo a «Radio Anch'io» (su Rai Radiouno).

 



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E ha aggiunto: «I porti italiani sono aperti per chi ne ha diritto, non per qualche Ong straniera, tedesca o olandese. Non sono loro a decidere. In Italia si arriva solo con il permesso o con i corridoi umanitari».

Il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani. La missione Sophia è interesse nazionale e «va conservata, si può modificare, si può rafforzare ma bisogna costringere tutti i paesi europei ad essere parte di un'azione contro l'immigrazione. Deve esserci più solidarietà da parte degli altri Paesi dell'Ue», afferma Antonio Tajani. E aggiunge: «L'immigrazione non è una questione che riguarda solo il sud e non è neanche una questione che riguarda solo la Germania quando si tratta dei profughi siriani».



Il comandante dell'operazione Eunavfor Med Sophia. «Ne abbiamo parlato ora con i tedeschi: la Germania non si ritira dall'operazione», «rimane uno dei partner e dei contributori principali», precisa l'ammiraglio Enrico Credendino. E aggiunge: «La nave che doveva arrivare il 6 febbraio - spiega - è stata designata, rimarrà in Germania pronta a muovere in due settimane, in attesa che si chiarisca la situazione dei porti di sbarco e il futuro dell'operazione». Ma se dovesse mancare l'apporto della fregata tedesca quali ripercussioni ci sarebbero sull'operatività di Sophia? «Qualunque comandante - continua l'ammiraglio Credendino - vuole avere il maggior numero di mezzi, poi qualunque comandante fa con i mezzi che gli vengono assegnati. Con i numeri attuali, in questo periodo transitorio fino a marzo, quando poi si chiarirà cosa succede, possiamo anche lavorare con una nave in meno. L'auspicio è che l'operazione venga riconfermata, ma dipende da decisioni politiche che non commento». «La Germania - osserva ancora l'ammiraglio Credendino - ha deciso di aspettare per vedere come evolve il dibattito, se capisce che Sophia verrà rinnovata la nave verrà inviata». Nel frattempo però lascia lo staff presente, il capo del team di pianificazione è tedesco e rimane: la Germania viene pienamente coinvolta nell'operazione». L'Italia ha il comando strategico e tattico della missione Sophia, che vede parte attiva i Paesi della Ue, tranne la Danimarca che non partecipa a missioni militari, con circa mille uomini e donne, 3 navi e 6 velivoli. Con il ritiro da febbraio della fregata tedesca Augsburg, e senza la prevista 'staffetta' con la Berlin, rimangono operative due navi, la fregata italiana Luigi Rizzo, che è la nave ammiraglia, e una spagnola.



 

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