Napoli, la tregua è spezzata:
spari e prove di guerra ai Quartieri

Napoli, la tregua è spezzata: spari e prove di guerra ai Quartieri
di Giuseppe Crimaldi
Sabato 26 Gennaio 2019, 23:09 - Ultimo agg. 23:10
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Hanno sparato per uccidere. Tre colpi di pistola, un lavoro da professionisti del grilletto. La missione affidata ai due sicari che sabato pomeriggio sono entrati in azione tra i vicoli dei Quartieri spagnoli dovevano eseguire una sentenza di morte. Non ce l’hanno fatta: e - sebbene resti in gravi condizioni, Vincenzo Errichiello è sopravvissuto all’agguato.

Il raid conferma il clima di fortissime tensioni criminali che in questo periodo attraversa la zona del centro storico di Napoli. E in particolare ai Quartieri. In queste ore il lavoro degli uomini della Squadra mobile - che indagano sull’episodio sotto il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia - tende a riannodare i fili sparsi delle vecchie e nuove alleanze di camorra compresa tra il Cavone di piazza Dante e la zona di Montecalvario.

Ma la prima domanda da porsi è questa: perché colpire Errichiello? Chi aveva interesse a colpirlo? Ed ancora, che ruolo aveva oggi assunto nelle fila criminali dei Quartieri, il 58enne ferito? Cominciamo da quest’ultimo interrogativo: Vincenzo Errichiello ha un pedigree delinquenziale di assoluto rispetto.

Nato e cresciuto all’ombra del clan Mariano - i «Picuozzi», che per anni hanno monopolizzato i traffici illeciti dei Quartieri spagnoli - l’uomo è stato indagato e ha scontato anni e anni di galera per reati gravissimi: associazione mafiosa, tentato omicidio, estorsione, furto e ricettazione. Nel 2001 la sua latitanza (era ricercato perché doveva scontare una pena definitiva di 12 anni) finì grazie a un’indagine del commissariato San Ferdinando: il ricercato venne stanato e arrestato a Giugliano, dove si era rifugiato.

 
Errichiello non disdegnava nemmeno le rapine: cinque anni fa, con un complice, scippò in via Nardones un turista americano 50enne: la vittima ebbe il sangue freddo di fotografare con il cellulare i banditi in fuga e per Errichiello si riaprirono le porte di Poggioreale. Tornato ancora una volta libero, scontava il regime della sorveglianza speciale. 
Negli ultimi anni, dopo il pentimento dell’ex boss Marco Mariano, Errichiello si sarebbe lentamente allontanato dalla cosca, iniziando a intrecciare rapporti con alcuni esponenti dei gruppi emergenti dei Quartieri: i Ricci, I Masiello e forse anche con personaggi vicini ai Saltalamacchia. 

LA SITUAZIONE
Comprendere quale sia oggi la vera situazione tra i clan dei Quartieri spagnoli è cosa complessa. Ecco perché diventa fondamentale capire a quale gruppo si fosse avvicinato Errichiello. Solo così si possono ipotizzare i due primi possibili scenari. E immaginare che Errichiello sia stato preso di mira per aver violato uno di quei patti scritti nel codice della camorra: uno sgarro. Forse per questioni di soldi mai restituiti, o più semplicemente perché il 58enne avrebbe mancato di rispetto a «gente d’onore», magari a qualcuno che si sta riaffacciando sulla scena criminale per riorganizzare le fila del proprio gruppo, o a uno dei nuovi ras emergenti.

I MARIANO
Prove di nuove strategie anche per gli affiliati storici al clan dei «Picuozzi».

Il letargo del passato sembra essere finito. E, almeno stando a voci dei residenti e a qualche informativa riservata di polizia e carabinieri, il gruppo non solo si starebbe riorganizzando, ma avrebbe puntato gli occhi sul Cavone di piazza Dante, area rimasta «orfana» del boss Ciro Lepre lo sceriffo, morto di recente.

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