La tragedia di Cardito, Tony: «Prima ho fumato tanti spinelli, poi ho picchiato Giuseppe e Noemi»

La tragedia di Cardito, Tony: «Prima ho fumato tanti spinelli, poi ho picchiato Giuseppe e Noemi»
di Mary Liguori e Marco Di Caterino
Giovedì 31 Gennaio 2019, 07:23 - Ultimo agg. 18:07
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Emorragia interna o frattura della base cranica. Sarebbero queste le cause del decesso del piccolo Giuseppe. Sono i primi dettagli dell'esame sul corpo del bimbo di sei anni massacrato, a Cardito, domenica, dal compagno di sua madre. È morto lentamente, Giuseppe, poteva salvarsi se solo qualcuno avesse chiamato in tempo i soccorsi. Magari sua madre che era presente al pestaggio e che, assieme al patrigno-orco, ha anche tentato di medicarlo. È la ricostruzione che viene dall'udienza di convalida del fermo che si è tenuta ieri.

Tony Essoubti Badre ha avuto la decenza di non chiedere misure alternative al carcere. Si è rimesso alle decisioni del giudice che, nel primo pomeriggio, ha spiccato ordinanza cautelare per l'omicidio del bimbo e le lesioni a sua sorella. Per due ore, assistito dall'avvocato Michele Coronella, Tony ha parlato con il gip Santoro, ha risposto alle sue domande. La confessione si è arricchita di particolari macabri, assurdi, peggiorativi per la sua già disastrata situazione. «Ho fumato diversi spinelli, come faccio ogni giorno. Poi ho perso la calma», perché quella pace dei sensi che gli dà la droga era funestata dalle grida dei bambini, tutti e tre in casa, proprio tutti, perché di domenica la scuola è chiusa.

E lui, Tony, non ce l'ha fatta più. Il giorno prima avevano distrutto il lettino della cameretta nuova. E ora, ancora, urla e schiamazzi. Li ha picchiati, prima a mani nude. A «schiaffi, forti. Poi a pugni. Ma loro strillavano e strillavano ancora». Quindi ci è andato giù «con la mazza della scopa». Lividi, sangue. «Sono andato in farmacia per comprare una pomata. I bambini erano feriti. Volevamo medicarli». Ha iniziato a usare il plurale, Tony, quando ha preso a ricostruire la seconda fase della domenica d'orrore di Cardito. «Volevamo, io e Valentina. Lei? Sì, era in casa, era presente. Ma ha cercato di fermarmi». E lui, per levarsela di torno, le ha dato un morso in testa.

 

LE OMISSIONI DELLA MADRE
Valentina aveva una piccola ferita sul capo, solo quella, quando è arrivata la polizia. Ma non si è fatta neanche medicare. E, in quelle ore d'incubo, non ha chiamato la polizia, non ha chiesto aiuto, non ha allertato i soccorsi. Una serie di omissioni che non si sono ancora trasformate in accuse perché lei, la mamma trentenne della piccola vittima, potrebbe essere a sua volta una vittima, in stato di completa soggezione rispetto al suo uomo. Le sue sorti dipendono da ciò che emergerà ufficialmente dall'autopsia e dalla testimonianza della piccola Noemi, in stato di choc emotivo e ancora ricoverata al Santobono. Il pm Paola Izzo, insieme alla psicologa, l'ha già incontrata, ma la piccola è troppo traumatizzata. Solo quando starà meglio potrà rispondere alle domande del magistrato. Sua madre l'ha difesa dal patrigno? E Tony aveva già alzato le mani su di loro? Lui, al giudice, ieri, ha detto di sì. «Li ho già picchiati altre volte», ha ammesso. «Valentina è troppo permissiva con i suoi figli, non è abbastanza attenta, non se ne occupa abbastanza. Volevo dar loro un'educazione, ho perso la testa... sono distrutto». In che modo quei poveri bambini siano stati percossi in precedenza non è chiaro. Se quei lividi che domenica Tony voleva medicare col Lasonil erano già comparsi sui visini, sulle braccia, sulle gambette di quei piccoli sfortunati, non è possibile saperlo. Di certo c'è che a Tony, Valentina consentiva di alzare le mani sui figlioletti. A lui, poco più di un estraneo. In fondo stavano insieme da meno di due anni. Li picchiava, dunque, lo ha detto lui stesso. E ha aggiunto di avere agito sotto l'effetto di hashish e di esserne un abituale assuntore. Domenica, a Tony, il droga test non è stato fatto. Restano pochi buchi nella ricostruzione dei fatti nell'inchiesta della Procura di Napoli Nord diretta da Francesco Greco. Punti oscuri che riguardano la posizione della madre. Le prime botte i bimbi le hanno prese sabato. Domenica, alle 10, Tony ha chiamato sua sorella. Qualcosa non andava ma solo alle 12.30 la madre del 24enne ha chiamato polizia e ambulanza. Dicendo, insieme al figlio, che erano caduti per le scale. Le due donne saranno ascoltate di nuovo. Così come le maestre della scuola frequentata dai bimbi. La squadra mobile di Napoli, diretta da Luigi Rinella, procede nella delicata indagine mentre ieri, a Pompei, al padre dei due figli superstiti di Valentina, Felice detto Fabrizio Dorice, è sospesa la potestà genitoriale. Pare che fosse un padre assente e ora i suoi bambini devono restare lontani da tutti, perché sono gli unici testimoni credibili della morte del fratellino.

IL PROFILO
Ma chi è Tony Essoubti? Uno che ha un senso ossessivo del concetto di famiglia. «Già a 15 anni si sentiva un capo famiglia racconta Mimì Esposito, impiegato del Comune di Crispano Un giorno ha nascosto i fratelli, perché dovevano essere portati in casa famiglia, quando sono arrivati gli assistenti sociali è scoppiato il finimondo.

Li trovammo ore dopo, rannicchiati nel sottoscala di un palazzo». Orfano di padre, madre in passato alcolizzata, a Cardito molti ne parlano bene. «Ogni domenica usciva con i bimbi per mano, li sorvegliava, comprava pizzette e dolci. Come un vero papà» dice il barista sotto casa.

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