Nessuno si taglia lo stipendio:
​langue il fondo di solidarietà

Nessuno si taglia lo stipendio: langue il fondo di solidarietà
di Carlo Porcaro
Venerdì 1 Febbraio 2019, 11:28
3 Minuti di Lettura

Nessun assessore o consigliere regionale ha deciso di privarsi di un centesimo della rispettiva indennità per destinarlo al fondo delle politiche sociali. Non c'era alcun obbligo, piuttosto una facoltà prevista dall'articolo 1 della legge di stabilità regionale del 20 gennaio 2017. Nell'arco di questi 13 mesi nessuno ha presentato la nota al presidente della giunta Vincenzo De Luca o a quello del Consiglio, Rosetta D'Amelio, con cui sarebbe stato necessario formalizzare tale taglio al proprio stipendio. La legge, tanto strombazzata all'epoca dell'approvazione e voluta anche per stanare i grillini che solitamente versano una quota alla Casaleggio Associati, è rimasta quindi inattuata.

IL RENDICONTO
L'anno scorso fu presentato un emendamento per far diventare obbligatoria la restituzione, ma non fu approvato. Pd e Fi non hanno versato nulla. E il M5S? Accusati da De Luca di non aver colto l'opportunità che cercavano, hanno sottolineato quali finanziamenti mirati hanno preferito fare rinunciando ad una parte della propria indennità. «In tre anni e mezzo abbiamo accantonato la somma di 610mila euro. Di questi, 268mila euro li abbiamo destinati al bando Facciamo Scuola, attraverso il quale abbiamo finanziato 27 progetti di altrettante scuole, 106mila euro per il ripristino dei laboratori dell'istituto Rampone di Benevento, danneggiato dall'alluvione, 33mila euro per acquistare un ecografo e due concentratori di ossigeno donati all'ospedale Loreto Mare, grazie ai quali sono state e continueranno a essere salvate vite umane». Per De Luca questi atti rientrano, però, nella solidarietà personale.

 

LA DENUNCIA
«Nello scorso mese di aprile, ad un nostro question time l'allora assessore D'Alessio ci rispose in aula che nessuno mai, a partire dallo stesso De Luca, aveva ancora destinato neppure un centesimo. Oggi, a quasi 25 mesi di distanza, abbiamo scoperto che si trattava di un vero e proprio bluff che serviva a De Luca per sbandierare quella legge come uno dei tanti slogan della sua eterna campagna elettorale», la denuncia del consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Valeria Ciarambino. Pur volendo, non esiste alcuna procedura di attuazione che consentirebbe di rendere concreta la facoltà di rinuncia. L'intera Assemblea, dalla maggioranza del Pd all'opposizione di Forza Italia, è passata dagli annunci ai fatti. «Se qualcuno volesse destinare parte del proprio stipendio approfittando di quella legge, scoprirebbe che non può farlo in quanto non è mai stato istituito alcun capitolo di bilancio su cui far confluire gli importi». I dirigenti del settore Bilancio di Giunta e Consiglio, interpellati da alcuni esponenti grillini avrebbero fatto intendere che non solo non è prevista una procedura attuativa che definisca i termini del versamento ma neanche un capitolo di bilancio ad hoc.

LA REPLICA
Su quest'ultimo punto, da palazzo Santa Lucia è arrivata una secca smentita: «Non occorreva e non occorre, visto che la legislatura è ancora in corso, l'istituzione preventiva di uno specifico capitolo di spesa. L'attivazione dello stesso è contestuale alla richiesta, che nel caso dei consiglieri va presentata agli uffici del Consiglio Regionale. I quali provvedono ai dovuti adempimenti contabili per garantire la destinazione dei risparmi alle Politiche Sociali».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA