La sorella di Marisa, uccisa dall'ex marito, si è svegliata dal coma: «Devo sopravvivere per i miei genitori»

La sorella di Marisa, uccisa dall'ex marito, si è svegliata dal coma: «Devo sopravvivere per i miei genitori»
La sorella di Marisa, uccisa dall'ex marito, si è svegliata dal coma: «Devo sopravvivere per i miei genitori»
di Simone Pierini
Lunedì 4 Febbraio 2019, 12:39 - Ultimo agg. 13:01
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«Devo sopravvivere per i miei genitori». Sono le prime parole della sorella di Marisa Sartori, uccisa con una coltellata sabato sera dall'ex marito a Curno, che stamattina si è svegliata dal coma. Deborha, pure accoltellata dal cognato (ora in carcere), era stata sottoposta a un delicato intervento nella notte tra sabato e domenica per frenare una emorragia. 





«Devo sopravvivere per i miei genitori», ha detto Deborha questa mattina, dopo che la mamma le ha comunicato la morte della sorella. Nelle prossime ore Deborha verrà sentita dai carabinieri di Bergamo che stanno conducendo le indagini. Sarà sentita probabilmente domani: oggi i medici hanno chiesto per lei ancora un giorno di riposo assoluto. 
 

 


Secondo gli inquirenti, sarebbe stata proprio una frase pronunciata da Deborha davanti al cognato a far scattare la furia omicida dell'uomo: una reazione che sarebbe stata comunque premeditata, visto che il tunisino si è presentato sotto casa dei genitori di moglie e cognata già armato. Dettagli che potranno essere chiariti dai carabinieri di Bergamo nelle prossime ore, quando Deborha sarà appunto sentita. La giovane resta per il momento in prognosi riservata nella Terapia intensiva dell'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Sabato sera le due sorelle erano arrivate assieme a casa dei genitori, su una Chevrolet Matiz rossa con la quale erano scese nei box, dove poi è avvenuta l'aggressione. 

Intanto, sarà interrogato domattina dal gip nel carcere di Bergamo Ezzeddine Arjoun, il trentacinquenne tunisino in cella con l'accusa di aver ucciso, sabato sera, la moglie dalla quale si stava separando. Dopo il delitto della donna, attesa sotto casa dei genitori di lei, in via IV Novembre a Curno, alle porte di Bergamo, e dopo aver ferito la cognata che aveva tentato di difenderla, il tunisino - che era coniugato con la Sartori dal 2012 - si è presentato dai carabinieri di Curno, la cui stazione dista 350 metri. Nel tragitto ha buttato il coltello in un cespuglio e i carabinieri lo hanno già recuperato. Ai militari ha subito ammesso il delitto.

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