Reddito e Quota 100, arrivano le modifiche: una norma per accelerare i concorsi pubblici

Reddito e Quota 100, arrivano le modifiche: una norma per accelerare i concorsi pubblici
di Francesco Pacifico
Sabato 9 Febbraio 2019, 12:06 - Ultimo agg. 12 Febbraio, 16:17
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Vertice di maggioranza tra lunedì e martedì per scrivere gli emendamenti del governo al decretone, che regola Reddito di cittadinanza e il pensionamento anticipato con Quota 100. L’esecutivo, anche visti tempi per l’avvio del sussidio (dal 6 marzo si potranno presentare le domande, da aprile partiranno sia la macchina dei centri per l’impiego sia le prime erogazioni), non vorrebbe fare grandi modifiche al testo ora in discussione in Senato, ma i capitoli aperti sono molti. Si lavora anche per chiarire il ruolo dei Comuni, aumentando i loro compiti sul modello del Rei sul fronte dei controlli e della gestione dei piani di assistenza, riducendo le mansioni assegnate dal decretone ai centri per l’impiego. Il Mef, poi, ha segnalato al ministero del Lavoro che si potrebbero verificare sovrapposizioni tra la pensione di cittadinanza e l’altra decina di erogazioni welferistiche esistenti per gli anziani sotto la soglia di povertà. C’è da precisare anche il ruolo delle agenzie del lavoro e si ipotizzano strumenti per facilitare alle aziende l’accesso agli incentivi per chi assume dipendenti sotto reddito. La Lega poi ha fatto sua la battaglia della Federazione italiana per il superamento dell’handicap, che ha presentato emendamenti soprattutto per aumentare le risorse del reddito e della pensione di cittadinanza destinate ai disabili. Sempre dal versante del Carroccio, si punta a stringere la platea dei beneficiari per rendere - spiegano da via Bellerio - il provvedimento «meno parassitario» ed evitare abusi. In primo luogo si vogliono escludere dal sussidio gli evasori, soprattutto chi non paga le tasse locali come la Tari, oppure le cifre mancate si recupereranno dall’assegno. Si studia anche un emendamento per vincolare l’erogazione del benefit a chi dimostra, già prima dell’avvio del “Patto per il lavoro” firmato con i Cpi, di stare cercando un’occupazione e di avere seguito un percorso scolastico utile a trovare lavoro. Stretta anche sul requisito della residenza, già finito nel mirino dei sindacati e del mondo del Non profit perché potenzialmente anticostituzionale: non soltanto sarà confermato il paletto dei 10 anni, ma si dovrà dimostrare di aver vissuto continuamente nel nostro Paese in questo lasso di tempo più dei due anni già previsti dal decretone. Meglio delineato invece il pacchetto di modifiche alle quali il governo sta lavorando su Quota 100. Si vuole far accedere al pensionamento anticipato (anche con opzione donna) anche quei lavoratori esodati, che prima del 2011 sono usciti dalle loro aziende dopo accordi sindacali, poi di fatto bloccati dalle nuove regole pensionistiche Fornero. 
IL RECUPERO
Gli anni di contribuzione mancanti saranno recuperati attraverso una pace contributiva ad hoc, cioè pagando una piccola quota rispetto a quanto dovuto. Visto il boom di domande di uscita tra i dipendenti pubblici, si lavora con il ministero della Pubblica amministrazione a norme ad hoc per velocizzare i concorsi nel pubblico impiego, in modo da fare le nuove assunzioni entro novembre. Sull’onda dei casi Battisti e Pietrostefani sarà bloccata l’erogazione delle pensioni ai latitanti che vivono all’estero, come nei Paesi che vietano l’estradizione verso l’Italia. Il riscatto a condizioni favorevoli degli anni universitari dovrebbe essere esteso anche a chi ha più di 45 anni, mentre potrebbe salire a 50.000 euro l’anticipo agli statali del Tfs attraverso un prestito bancario con garanzia statale. 
 
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