Seid, addio al sogno Serie A:
«Torno a casa e prendo il diploma»

Seid, addio al sogno Serie A: «Torno a casa e prendo il diploma»
di ​Nello Ferrigno
Lunedì 11 Febbraio 2019, 06:45 - Ultimo agg. 08:02
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Era a un passo dal calcio che conta, quello fatto anche di lustrini e foto patinate. Ha deciso di smettere, forse stanco di un agonismo eccessivo. È tornato nella sua città per completare gli studi. La passione del calcio però è sempre viva e ora gioca nell’Atletico Vitalica, squadra di calcio a 5 del presidente Nello Gaito. Una decisione difficile, forse tormentata. Si chiama Seid Visin. È un ragazzo etiope di 18 anni. Quando aveva sette anni fu adottato da una coppia di Nocera Inferiore. Il papà Walter, quando lo conobbe in Africa, tra le tante cose, notò anche la sua abilità nel destreggiarsi con un pallone nei campetti polverosi di Gondar, il suo paese natale.

Arrivato in Italia frequentò la scuola calcio Sensale per poi passare ad un’altra fucina di talenti, Azzurri di Torre Annunziata. A capire che quel ragazzino poteva diventare un campione fu Stefano Cirillo che immediatamente lo sottopose all’attenzione di Enzo e Mino Raiola. Per Seid si misero in fila osservatori del Napoli, dell’Inter, del Milan e del Manchester City. L’Inter lo fece giocare in alcuni tornei ma fu il Milan a portarselo a Milanello. Seid, era il 2014, approdò alla corte di Oscar Danesi. Il ragazzo condivideva la stanza con l’attuale portiere rossonero, Gianluigi Donnarumma. Centrocampista avanzato, riesce a giocare senza alcun problema con entrambi i piedi. Oltre alla tecnica, però, ciò che spicca in lui è la tenacia, la forza d’animo. Improvvisamente, però, qualcosa non sembra funzionare. Il suo rendimento calò, era triste e malinconico. Raiola pensò che fosse colpa della lontananza da papà Walter e mamma Maddalena. Nell’estate del 2016 lo dirottò a Benevento per avvicinarlo a casa. Dopo sei mesi, però, Seid lasciò il club. Rientrato a casa si getta a capofitto nello studio per diplomarsi al liceo scientifico. Dice ai genitori che non gli piaceva più l’eccessivo agonismo del calcio professionistico, per lui giocare a calcio deve essere soltanto un divertimento. 
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