Pompei, il bon ton ignorato: gestaccio in area off limits

Pompei, il bon ton ignorato: gestaccio in area off limits
di Susy Malafronte
Lunedì 11 Febbraio 2019, 07:30 - Ultimo agg. 10:11
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Una giovane turista russa entra in un cubicolo di una domus - zona fragile e vietata - facendosi fotografare dagli amici con il dito medio in vista. Lo scatto, postato sul suo profilo Facebook, ha fatto il giro del web raccogliendo critiche ma anche complimenti per aver avuto il coraggio di sfidare le normative italiane. Capelli nero corvino e sguardo intenso, la ragazza è stata definita dal web la «Cleopatra» della Pompei romana. Appellativo che lei ha gradito molto, visti gli innumerevoli scatti che ha postato sui Facebook. Compreso quello che la ritrae con in mano un frutto di melograno, colto da una delle piante che crescono nel Parco: azione anch'essa proibitissima. L'intraprendente cittadina russa, che a dispetto dei 14 gradi indossava una t-shirt a maniche corte e un jeans strappato, ha calpestato reperti archeologi importanti e toccato pareti affrescate. Per non parlare, poi, del gesto offensivo, rivolto non si sa a chi, ma forse proprio verso i divieti che vigono all'interno degli Scavi. A Pompei infatti è severamente vietato «salire o arrampicarsi sui muri, sulle fontane, sui banconi e su qualsiasi struttura o arredo antico», e chi lo fa è punibile per il reato di deturpamento, che prevede la reclusione da tre mesi a un anno e una multa da 1.000 a 3.000 euro.
 
Ovviamente, perché il reato possa essere contestato bisognerebbe sorprendere i trasgressori in flagranza. Circostanza difficile. I custodi sono in tutto 106. Conti alla mano ne occorrerebbero almeno 700 per vigilare sui 660mila metri quadrati di città antica e su 10mila turisti, in media, al giorno. I custodi impegnati in ogni turno sono 22: in pratica ognuno è impegnato a salvaguardare un'area di circa 30mila metri quadrati. C'è da evidenziare però che finché il regolamento dei divieti continuerà a rimanere «circoscritto» sul sito web del Parco Archeologico, difficilmente si fermerà il fenomeno. Sembra un paradosso, eppure è così. Nell'era dei social-web, in cui tutti prima di un viaggio cliccano sui motori di ricerca per conoscere il più possibile del luogo da visitare, i divieti pompeiani sono sconosciuti all'80 per cento dei turisti.
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