Don Vitaliano invita Mahmood
in oratorio e i social s'infiammano

Don Vitaliano invita Mahmood in oratorio e i social s'infiammano
di Riccardo Cannavale
Martedì 19 Febbraio 2019, 12:17 - Ultimo agg. 12:27
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«Questa è un'altra religione». «No, così deve essere la Chiesa che include». Non si placano le polemiche intorno alla scelta di don Vitaliano Della Sala di introdurre la celebrazione della messa domenicale nella sua chiesa di Mercogliano attraverso le note della canzone «Soldi» di Mahmood. Una scelta che, più che una provocazione, per il sacerdote è stato un invito alla riflessione, quella che è mancata nei giorni successivi al Festival, trasformando una kermesse canora in uno scontro di natura ideologica e politica. Proprio all'indomani di quanto andato in scena tra i banchi della sua chiesa, don Vitaliano ha invitato il giovane artista italiano, nato da padre egiziano e madre sarda, a far visita agli oltre 150 ragazzi che animano l'Oratorio don Bosco.
 


«Nelle canzoni ci sono tanti spunti di riflessione è il pensiero di don Vitaliano - e spesso lo facciamo con i bambini dell'oratorio. Questa volta c'è stata un'occasione inaspettata, la discussione sorta intorno alla canzone di Mahmood che parla di un tema importante, come quello dell'attaccamento al denaro che rovina i rapporti familiari ed interpersonali. È solo intorno a questo che abbiamo voluto riflettere: non capisco tante polemiche».
Già, le polemiche. Perchè nelle ore successive al canto levato in chiesa dai ragazzini, sui social si scatenava un nuovo attacco rivolto a don Vitaliano e alla sua scelta. C'è chi parla di «degenerazione della chiesa», chi afferma che «semplicemente questa è un'altra religione. Esiste il cattolicesimo e poi c'è qualcosa d'altro», chi si spinge addirittura oltre e verga il suo commento social sostenendo che «sono preti come questo che allontanano fedeli dalla chiesa». Naturalmente, in una agorà sia pur virtuale ma affollata di gente (il post pubblicato con la registrazione della canzone è stato visualizzato fino a ieri sera quasi 50mila volte ed ottenuto centinaia di condivisioni) le campane non sempre coincidono. Anzi. Non manca chi difende a spada tratta il comportamento del sacerdote di Mercogliano.

«Il prete ha detto una cosa da non sottovalutare: ascoltiamo la canzone per riflettere e poi iniziamo la messa» alla quale fa eco un'altra fedele che definisce quello di don Vitaliano «un approccio sicuramente originale e se serve a pensare ben venga. Il sacerdote si sta comportando da ottimo maestro». Don Vitaliano finisce anche nella replica di don Salvatore Picca (che coglie l'occasione per irridere a suo modo anche la stampa locale), il parroco di San Martino Valle Caudina che all'indomani del Festival con un post velenoso nei confronti della canzone ma anche del suo interprete, aveva dato il la alla discussione nell'ambito della Chiesa avellinese. «Dove avrei espresso opinioni che vanno contro il cammino ecumenico e l'accoglienza predicate da Papa Francesco? O dove avrei espresso opinioni poco caritatevoli nei confronti di Mahmood?- chiede don Picca al collega - Mai mi permetterei di attaccare il povero Alessandro Mahmood semplicemente perché non lo conosco. Al caro don Vitagliano voglio ricordare che il comandamento della carità impone di tenere a cuore per primi chi ci è stato affidato da Dio e, quindi, i ragazzi che Lui ha messo nelle nostre mani, ecco perché un Buon Pastore non può tacere davanti a tutta la spazzatura che questi cattivi maestri propinano in continuazione ai nostri giovani, inquinando il loro cuore irrimediabilmente. Con affetto mi permetto di suggerire a don Vitagliano di fare un po' di ripasso di teologia, perché il prete ha lo stesso compito del medico: guarire».
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