«No al processo per Salvini», M5S salva ministro e governo

«No al processo per Salvini», M5S salva ministro e governo
di Diodato Pirone
Martedì 19 Febbraio 2019, 07:00
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Poco più di 52 mila militanti M5S hanno tenuto mezza Italia col fiato sospeso sulle sorti del governo giallo-verde votando, fra mille difficoltà, al 59% per il no al via libera parlamentare al processo a carico di Matteo Salvini e per il 41% per il si. Com'è noto, il leader della Lega è accusato di aver violato la legge dal Tribunale dei Ministri di Catania per aver bloccato per 5 giorni lo sbarco di 177 migranti dalla nave militare Diciotti.

Ma il voto della base M5S oltre che un'indicazione sul processo a Salvini era diventato ormai un vero e proprio indicatore dello stato di salute dell'alleanza fra i 5Stelle e la Lega e persino del destino dello stesso Di Maio come capo politico del Movimento che dell'alleanza con Salvini è uno dei registi e che difficilmente avrebbe potuto gestire un voto favorevole al processo a carico del leader del partito alleato.
 
Lo stesso Di Maio ieri sera ha sottolineato a caldo che: «Far votare i cittadini fa parte del nostro Dna, lo abbiamo sempre fatto. Con questo risultato i nostri iscritti hanno valutato che nel caso della Diciotti c'era un interesse pubblico e che era necessario ricordare all'Europa che c'è un principio di solidarietà da rispettare». Dal canto suo Salvini ha ringraziato i militanti 5Stelle per la fiduci. «Ma ho la coscienza a posto - ha ribadito il leader leghista - sarei stato sereno anche con un altro esito. Per me il governo non è in discussione».

Il risultato della consultazione on line effettuata sulla piattaforma privata Rousseau è stato reso noto poco dopo le 22, al termine di una giornata che ha visto la piattaforma funzionare piuttosto male tanto da costringere ad un rinvio di un'ora della partenza del voto e di due ore e mezza (dalle 19 alle 21.30) della chiusura. Il tutto ufficialmente a causa dell' «alta affluenza».

L'esito del voto - certificato da due notai nominati da chi gestisce la piattaforma Rousseau - fa scendere di poco la temperatura fra i 5Stelle. Molti militanti ma anche molti esponenti di punta del Movimento si erano detti favorevoli al si al processo per Salvini poiché il M5S è nato contro i privilegi della casta fra i quali quello dell'immunità per i parlamentari. Non a caso ieri mattina Beppe Grillo ha ritenuto opportuno esprimere la propria piena fiducia in Luigi Di Maio.

A increspare le acque, nel pomeriggio, sono state indiscrezioni di stampa su un commento, molto critico del premier Giuseppe Conte, sulla scelta di affidare il voto sul caso Diciotti a Rousseau. Ragionamenti prontamente e seccamente smentiti da Palazzo Chigi: «Conte non intende influenzare né il voto degli iscritti né le scelte autonome dei senatori».

Ma le fibrillazioni sul caso Diciotti non sono finite. Se il voto della Giunta sull'Immunità del Senato, programmato per oggi, non darà sorprese, nell'aula di Palazza Madama non è detto che tutto fili liscio dato l'alto numero di malpancisti pentastellati.

Il copione di oggi è già ben definito. Alle 13.30 la Giunta si riunirà nell'Aula di Sant'Ivo alla Sapienza. Il presidente della Giunta, Maurizio Gasparri di Forza Italia, dovrebbe fare una sua «breve replica» agli interventi che ci sono stati nei giorni scorsi da parte dei commissari. Poi sono previste le dichiarazioni di voto e il voto finale sulla proposta presentata da Gasparri la scorsa settimana che è per il no all' autorizzazione a procedere nei confronti del ministro dell' Interno Matteo Salvini chiesta dal Tribunale di Catania.

Si voterà per alzata di mano e l'esito della consultazione non è in discussione: il no dovrebbe raccogliere 17 voti contro i 6 per il si. Per negare l'autorizzazione a procedere saranno i 7 commissari M5s, i 4 di Forza Italia (ma la presenza di una senatrice non è sicura causa maternità), i 4 della Lega e i due commissari di Fratelli d'Italia e delle Autonomie. Per il si al processo voteranno i 4 commissari del Pd, quello di Liberi e Uguali e il senatore De Falco espulso dai 5Stelle. Poi la parola passerà all'Aula di Palazzo Madama che dovrà pronunciarsi entro il 24 marzo.
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