Napoli, il pasticcio degli avvisi Tari: «Calcoli errati e scambi di persona»

Napoli, il pasticcio degli avvisi Tari: «Calcoli errati e scambi di persona»
di Valerio Iuliano
Mercoledì 20 Febbraio 2019, 23:00 - Ultimo agg. 21 Febbraio, 08:28
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I crediti da riscuotere sono tantissimi e gli avvisi di accertamento sono partiti in fretta. Proprio dalla necessità di recuperare in tempi stretti le ingenti somme non riscosse sono scaturite - come era prevedibile - migliaia di richieste di pagamento illegittime. I crediti da riscuotere riguardano la Tari, la tassa sulla spazzatura non pagata dal 50% dei napoletani. Un tasso di evasione sempre altissimo che ha indotto il Comune ad inviare, nelle ultime settimane del 2018, oltre 600mila avvisi di accertamento ai contribuenti morosi, per i mancati versamenti nelle annualità comprese tra il 2014 e il 2017. Il numero di cittadini è talmente elevato che anche negli uffici comunali pochi negavano la difficoltà dell’operazione. Anche gli stessi funzionari riconoscevano che sarebbe stato inevitabile commettere degli errori, in una quantità così cospicua di avvisi di accertamento. Sono migliaia le richieste di pagamento contenenti inesattezze, talora clamorose.
 
Il numero di avvisi sbagliati è, in proporzione, molto più basso rispetto a qualche anno fa, in virtù della consapevolezza acquisita dall’amministrazione, negli ultimi tempi, della necessità di informatizzare il settore dei tributi. L’informatizzazione ha dato dunque i primi risultati. Ma i disagi per chi riceve una richiesta di pagamento non legittima sono, come sempre, notevoli.

«Gli errori commessi - spiega l’avvocato Carlo Claps, presidente di Aidacon Consumatori - sono gravissimi. Per fare un esempio si è rivolta alla nostra associazione una signora napoletana che, pur avendo venduto casa da un decennio, puntualmente ogni anno riceve l’avviso di accertamento relativo all’immobile venduto, in cui non ha più la residenza. Tutto ciò comporta una serie di conseguenze gravi: in primo luogo, la contribuente vessata, ogni anno, dopo aver ricevuto la richiesta di pagamento illegittima, è costretta a fare reclamo formale al Comune di Napoli che rimane inevaso, con la conseguenza che la stessa è costretta a rivolgersi ad un legale, a proprie spese, per proporre ricorso alla Commissione tributaria. I legali della nostra associazione difenderanno gratuitamente tutti i cittadini vessati». Il caso citato dall’associazione è un esempio di cessazione dell’utenza Tari, che spesso viene ignorato dagli uffici, a dispetto delle segnalazioni dei contribuenti.

Tra gli altri casi non mancano gli avvisi contenenti calcoli errati, che considerano dimensioni dell’immobile superiori a quelle reali. Mentre per gli imprenditori sono frequenti i calcoli basati su superfici non soggette a tassazione. I contribuenti possono effettuare un’istanza di autotutela per correggere l’errore - ed ottenere l’annullamento dell’avviso, qualora ve ne siano i presupposti - recandosi all’Ufficio Tributi. Ma il sistema delle prenotazioni online consente di ottenere un appuntamento solo dopo molte settimane, considerata l’altissima affluenza. E il rischio è quello di recarsi agli sportelli di corso Lucci oltre la scadenza dei 60 giorni utili per effettuare il pagamento, pena l’attivazione della riscossione coattiva. Per chi non riesce a prenotarsi online c’è anche la possibilità di effettuarla presso l’ufficio, cosicché molti si mettono in fila per prendere un appuntamento per un’altra data. Molto difficile risolvere il problema con una Pec, perché i pochi dipendenti in organico fanno fatica a rispondere ai tanti messaggi. Impossibile farlo al telefono. Ai numeri del Comune non risponde nessuno. Per tentare di risolvere il problema l’amministrazione sta per attivare un nuovo servizio che consentirà ai cittadini di inviare una mail sulla bacheca del portale Linkmate, sul quale è possibile ottenere anche un quadro aggiornato della propria posizione contributiva. E, per ridurre l’affluenza a corso Lucci, saranno utilizzati gli sportelli Caf e le associazioni dei consumatori. Ma, per chi si trova alle prese proprio in questi giorni con una richiesta di pagamento illegittima, i problemi restano.
 
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