Manovra bis, duello M5S-Tria: correzione dopo le Europee

Manovra bis, duello M5S-Tria: correzione dopo le Europee
Manovra bis, duello M5S-Tria: correzione dopo le Europee
di Marco Conti
Giovedì 21 Febbraio 2019, 08:20 - Ultimo agg. 16:08
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L'unica cosa che sembra riuscire ancora bene al governo è piazzare altro debito. Le aste dei titoli di Stato vanno infatti a gonfie vele anche se i rendimenti si sono alzati e sfiorano il tre per cento. Il resto è recessione. Con i cantieri bloccati e la Tav che rischia di diventare il manifesto del non investire in Italia «perché poi cambiano le regole e fanno saltare i contratti». Il vicepremier Salvini ieri ha nuovamente promesso di voler «sbloccare i cantieri». Ha anche annunciato che la prossima settimana vedrà il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia mentre in aula la Lega voterà con il M5S una mozione con la qual si cerca di rimandare a dopo le elezioni la decisione sulla Tav. Francia permettendo.

Tria: «Presto per parlare di manovra bis, c'è riserva di due miliardi»

IL SANGUE
Il crollo della produzione industriale e degli ordinativi - ufficializzato dall'Istat - segnalano un Paese fermo e a palazzo Chigi, come al Mef, si avverte preoccupazione per la situazione di stallo politico. Il rischio è di ritrovarsi a fine marzo con il terzo trimestre di crescita vicino alla zero e la necessità di una manovra correttiva. Ieri alla Camera il ministro dell'Economia Giovanni Tria, rispondendo a Francesco Boccia (Pd), non ha escluso l'eventualità prospettata ieri l'altro anche dal sottosegretario leghista a palazzo Chigi Giancarlo Giorgetti.

Al Mef si incrociano le dita e si conta non tanto sugli effetti che produrrà il Reddito una volta distribuito, quanto sul più classico mal comune mezzo gaudio che potrebbe evitare all'Italia una manovra correttiva lacrime e sangue e nella fase di transizione che dopo le elezioni ci sarà anche nella Commissione. In effetti nell'eurozona molti altri paesi non se la passano bene e il ciclo economico volge al peggio. Non va bene la Francia che sfora da dieci anni il 3%, la Spagna che ad aprile torna al voto per la terza volta in quattro anni, arrivando alla Germania che sta duramente risentendo della minor crescita cinese.
L'Italia va peggio di tutti, ma obbligare il governo a metter mano ad una manovra correttiva da sei-sette miliardi con la prospettiva di dover trovare entro dicembre un'altra trentina di miliardi, rischia di travolgere l'economia e il risparmio degli italiani e di creare al tempo stesso quei pericolosi contagi paventati ieri dal ministro dell'economia francese Le Marie.

Fatto sta che ieri, malgrado il ministro Tria abbia espressamente detto che comunque ogni decisione «è prematura», i deputati M5S della commissione Finanze guidati da Carla Ruocco, hanno subito preso carta e penna per definire l'ipotesi «fantascienza» da «malati mentali». Una reazione non propriamente soft che segnala nervosismo, mentre a palazzo Chigi si prova a battere un colpo sbloccando il piano contro il rischio idrogeologico che dovrebbero accelerare la riapertura di qualche cantiere. Il timore è che le due misure più importanti della legge di Bilancio, Quota100 e Reddito, abbiano un impatto molto relativo sulla crescita che ora veleggia intorno allo zero.

La preoccupazione che da qualche giorno assedia Salvini è dovuta al rischio che la situazione possa precipitare prima di fine maggio. Le tensioni dentro i Cinquestelle, seguite al voto sulla Diciotti, obbligano Salvini a non spingere il piede sull'acceleratore per non creare ulteriori difficoltà a Luigi Di Maio che domenica in Sardegna collezionerà un'altra sconfitta. Il ministro dell'Interno continua a considerare il leader M5S «il miglior alleato possibile». Ed in effetti i due sinora sono sempre riusciti a trovare l'intesa.

Il problema di Salvini è che l'alleato ora è molto fragile con il M5S che si sta sgonfiando e che alle Europee rischia di mancare anche il 20% del 2013. «Il M5S sta avendo la stessa parabola dell'Uomo Qualunque», sosteneva ieri l'ex premier Paolo Gentiloni. Aver salvato Salvini dal processo - ritrovandosi sul tema della giustizia insieme a FI - schiaccia a destra il Movimento lasciando al pur malconcio Pd spazi inaspettati.

Un problema che ad aprile potrebbe avere anche la Lega qualora non riuscisse a convincere imprenditori e partite iva di non essere stato contaminato dalla decrescita felice.

Berlusconi, parlando ieri ai suoi parlamentari riuniti al Senato, proprio su questo conta quando dice che «saranno i fatti a far cadere il governo» e a «fa venir giù» anche lo stretto rapporto Salvini-Di Maio che ora sembra essere il principale collante della coalizione.

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