Napoli, la guerra dei tassisti: «Via chi usa le app»

Napoli, la guerra dei tassisti: «Via chi usa le app»
di Elena Romanazzi
Giovedì 21 Febbraio 2019, 08:13 - Ultimo agg. 11:16
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Uber non è mai arrivata. Si è fermata a Roma (per pochissimo) senza scendere. Car2go, l'auto che si noleggia tramite app al costo di pochi euro neanche ci ha provato a espandersi dalla capitale (dove va fortissima) verso il Sud. Mytaxi (piattaforma di prenotazioni della tedesca Daimler, il gruppo che controlla Mercedes) sta prendendo piede cercando di superare le difficoltà incontrate un po' ovunque da nord a sud. Basta un clic e si prenota l'auto. Si vede il numero della targa del conducente, il nome, il volto, il tempo di arrivo, se hai bisogno di effettuare modifiche lo fai sempre tramite applicazione o chiamando. Le tariffe sono identiche. Il costo della prenotazione pari a 1,50 a Napoli, la corsa parte da 3,50 tutto secondo le regole fissate dall'amministrazione comunale. Ma non tutto va così liscio a Napoli. Esattamente come è accaduto a Roma e Milano. E sono partite le denunce.
 
I radiotaxi chiedono l'esclusiva, considerano che i propri associati non possano lavorare contemporaneamente per la cooperativa di appartenenza e per la piattaforma Mytaxi. O l'una o l'altra. Il caso è finito all'Antitrust. «Le clausole di esclusiva - scriveva a luglio l'Autorità che regola la concorrenza - nella misura in cui vincolano ciascun tassista a destinare la propria capacità, in termini di corse per turno ad un singolo radiotaxi, costituiscono reti di intese verticali restrittive della concorrenza e devono dunque cessare». Questo a luglio. I tassisti non sono stati certo con le mani in mano. A partire da Roma, dove il leader storico di Uritaxi (Unione radiotaxi d'Italia) Loreno Bittarelli, ha promosso d'intesa con Milano un ricorso al Tar. Bene. A dicembre il Tar ha sospeso il provvedimento dell'Antitrust. La sentenza arriverà ad aprile ma fino ad allora chi fa parte di una cooperativa di radiotaxi non può lavorare anche con Mytaxi. Vicenda chiusa? Niente affatto. Nuova denuncia della multinazionale all'Antitrust e conseguente attivazione dei controlli a Napoli da parte del nucleo della Finanza questa volta su un presunto cartello di quattro cooperative di radiotaxi le più importanti che operano su Napoli (Consortaxi, Taxi Napoli Srl, Radio Taxi Partenope Scarl e Desa Radiotaxi Srl) che coprono l'80 % delle vetture e che impediscono l'operatività della piattaforma. La guerra è dichiarata.

Per molti si è trattato di una prova di coraggio perché chi ha aderito ha avuto vita dura.
S.A., da quindici anni fa il tassista. Prima lavorava per una di questa cooperative. Poi si è iscritto a Mytaxi ed all'inizio ha lavorato con l'una e l'altra. A dicembre l'auto aut aut della cooperativa: o dentro o fuori. Il tutto condito da termini non proprio piacevoli. «Sono stato - racconta durante una corsa - sottoposto ad un vero e proprio stalking lavorativo da parte dei colleghi ed ho dovuto gettare la spugna non ce la facevo più e sono passato con Mytaxi». Il guadagno? «Non cambia - prima pagavo una quota fissa alla cooperativa anche se non lavoravo ora Mytaxi mi preleva il 7% su ogni corsa fatta. Lavoriamo seguendo le regole comunali, tariffe e tutto il resto». «Sessanta tassisti - continua S.A. - sono stati cacciati dalle cooperative per Mytaxi, e oltre 400 hanno deciso di aderire alla nuova piattaforma. Non vedo cosa ci sia di male, le macchine sono quelle, non è che siano raddoppiate. È una guerra inutile».

Massimiliano Pagano è il presidente di una delle quattro cooperative radiotaxi di Napoli finite nel mirino dell'Antitrust. «Un cartello? - replica - ma di cosa si parla? Ci sono delle regole, una sentenza del Tar che a Milano e a Roma ha sospeso il provvedimento dell'Antitrust, noi applichiamo semplicemente quella decisione. Chi va a Mytaxi ci può andare tranquillamente ma non può usare tutte e due le piattaforme». E comunque - aggiunge - andremo a colpi di denuncia. Mytaxi ci denuncia e noi faremo lo stesso - anticipa Pagano - perché l'applicazione della multinazionale non rispetta le regole: esistono i turni di lavoro, un regolamento, non è che uno stacca dal turno e poi è disponibile h24. «Il radiotaxi smista le vetture anche in base ai turni e lo fa non solo quando un utente chiama ma anche con l'applicazione «It taxi» che raggruppa tutte le radiotaxi d'Italia, basta un clic anche da noi. Ma i doppi giochi non vanno bene». Il problema - spiega - è anche dell'amministrazione comunale che non ci tutela. Eppure proprio uno dei leader sindacali dei tassisti napoletani Ciro Langella (di Consortaxi) è consigliere comunale. «Si è dimenticato della sua categoria - taglia corto Pagano». È vero - conclude - che ci sono delle situazioni critiche, a Garibaldi ad esempio o in altri punti della città, ma ci stiamo adeguando ai tempi e a breve in buona parte delle vetture si potrà pagare con le carte di credito e il bancomat. «Al nostro lavoro che è già poco ci teniamo ma tutti devono rispettare le regole».
 
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