Cardinale Marx accusa il Vaticano, distrutti dossier su preti pedofili, abolire segreto pontificio

Cardinale Marx accusa il Vaticano, distrutti dossier su preti pedofili, abolire segreto pontificio
di Franca Giansoldati
Sabato 23 Febbraio 2019, 11:33 - Ultimo agg. 16:39
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Città del Vaticano - Per la prima volta un cardinale denuncia pubblicamente l'amministrazione centrale della Santa Sede accusandola di avere distrutto dossier su preti pedofili. Per certi versi un segreto di Pulcinella che stamattina è stato svelato dal cardinale tedesco Reinhard Marx, membro del C9 (il consiglio della Corona che aiuta Papa Francesco a riformare la curia) e relatore al convegno sugli abusi in corso in Vaticano. La relazione che ha svolto metteva a fuoco soprattutto due punti della giustizia vaticana, la scarsa trasparenza e la scarsa tracciabilità nei processi canonici contro i preti abusatori.

«Gli abusi sessuali nei confronti di bambini e di giovani sono in non lieve misura dovuti all’abuso di potere nell’ambito dell’amministrazione. A tale riguardo – ha detto Marx - l’amministrazione non ha contribuito ad adempiere la missione della Chiesa ma, al contrario, l’ha oscurata, screditata e resa impossibile. I dossier che avrebbero potuto documentare i terribili atti e indicare il nome dei responsabili sono stati distrutti o nemmeno creati. Invece dei colpevoli, a essere riprese sono state le vittime ed è stato imposto loro il silenzio. Le procedure e i procedimenti stabiliti per perseguire i reati sono stati deliberatamente disattesi, e anzi cancellati o scavalcati. I diritti delle vittime sono stati di fatto calpestati e lasciati all’arbitrio di singoli individui. Sono tutti eventi in netta contraddizione con ciò che la Chiesa dovrebbe rappresentare. Il modo in cui l’amministrazione della Chiesa è stata strutturata e svolta non ha contribuito a unire tutto il genere umano e ad avvicinare di più gli uomini a Dio ma, al contrario, ha violato tali obiettivi».

Il cardinale spiega che le procedure amministrative diventano trasparenti solo se diventa «comprensibile e tracciabile chi ha fatto che cosa, quando, perché e a quale fine, e che cosa è stato deciso, respinto o assegnato. Così, le persone che sperimentano un’amministrazione trasparente possono portare alla luce errori e sbagli nelle azioni amministrative e difendersi contro tali azioni. Possono far conoscere in modo vincolante il loro punto di vista, del quale si terrà conto. La gente che incontra l’amministrazione non si deve confrontare con una struttura di potere anonima, incomprensibile, ma può esercitare un controllo autodeterminato sulle procedure amministrative». Il suo rilievo fa riferimento al fatto che alle vittime – nei processi canonici – non è dato possibilità di testimoniare in aula, non vengono informate dell'esito del processo e le sentenze restano segrete al pubblico. Marx per questo aggiunge: «Non esistono alternative alla tracciabilità e trasparenza».

Infine, ultimo punto sul quale l'assemblea all'interno del summit sugli abusi sembrerebbe spaccata, riguarda l'abolizione del segreto pontificio sui processi. «Ogni obiezione basata sul segreto pontificio sarebbe rilevante solo se si potessero indicare dei motivi convincenti per cui il segreto pontificio si dovrebbe applicare al perseguimento di reati riguardanti l’abusi di minori. Allo stato attuale, io di questi motivi non ne conosco».


 
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