Choc a Napoli, colpi di pistola contro Di Matteo: è il racket delle pizzerie

Choc a Napoli, colpi di pistola contro Di Matteo: è il racket delle pizzerie
Lunedì 25 Febbraio 2019, 08:52 - Ultimo agg. 23:03
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A 200 metri c'è la pizzeria di Gino Sorbillo, sfregiata da una bomba carta, poco meno di un mese fa. Poco distante Terra Mia di Mario Granieri, vittima di un raid intimidatorio all'inizio dell'anno. Oggi, in piena notte, in via Tribunali, in pieno centro storico, ancora un altro locale simbolo di Napoli nel mirino: ignoti hanno esploso colpi d'arma da fuoco contro la storica pizzeria Di Matteo. Le indagini avviate dai carabinieri dovranno stabilire se dietro a questi episodi ci sia una unica matrice malavitosa o, come ipotizzano i titolari della pizzeria, non si tratti dell'ennesima stesa con colpi sparati all'impazzata e che accidentalmente avrebbero colpito lo storico locale. I militari hanno riscontrato durante i rilievi fatti in mattinata quattro fori nella serranda del locale e rinvenuto sul selciato 9 bossoli. 



La pizzeria Di Matteo è un locale storico della città, conosciuta da residenti e turisti soprattutto per la specialità della pizza fritta e a 'librettò, mangiata con le mani in piedi davanti al bancone, come fece anche l'ex presidente Usa Bill Clinton, nel luglio del '94, in occasione del G7 di Napoli, durante un fuoriprogramma nel corso di una passeggiata nel centro storico della città.

​Gli investigatori spiegano che nella zona del centro storico, dopo che sono venuti meno i riferimenti criminali di alcuni boss storici, usciti di scena perché morti, in galera o perché hanno avviato una collaborazione con la giustizia, si fanno avanti bande di giovanissimi che intendono esprimere il loro predominio sul territorio. 
 

 

«Non è un atto intimidatorio anche perchè, se lo fosse, lo avrei già denunciato. Più che altro rappresenta un segnale che impone una risposta all'insegna della maggiore sicurezza», dice Salvatore Di Matteo, uno dei quattro eredi che gestisce la storica pizzeria di via Tribunali, che occupa 30 persone. «Quando si colpisce un luogo noto la cosa fa clamore ma l'attenzione va tenuta comunque alta a prescindere da chi venga colpito. Una volta noi, una volta una signora affacciata al balcone, una volta un passante: credo che non ci sia più bisogno di altri episodi perchè la politica intervenga», aggiunge scosso.

Mentre i carabinieri sono impegnati nei rilievi c'è qualche gruppo di turisti che incuriosito scatta foto. «È questa la cosa che ci fa più male - dice uno dei gestori della pizzeria - tanti anni a lavorare per migliorare il giudizio su questa città; poi capitano queste cose e tutto il castello cade giù». «Non vogliamo chiudere e non scappiamo - continua critico Di Matteo - ma qualcuno ci deve aiutare a rimanere».
 

Arriva invece una svolta per un episodio di tutt'altro tipo che ha riguardato sempre una storica pizzeria di Napoli, la Brandi di Salita Sant'Anna di Palazzo, dove, secondo la leggenda, alla fine del 1800 nacque la Margherita.
I Carabinieri hanno infatti arrestato l'uomo di 58 anni che nella notte del 4 settembre scorso fece irruzione nel locale e portò via 600 euro e una macchina fotografica. È stato identificato grazie alle telecamere di videosorveglianza nonostante avesse un cappellino in testa. 

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