Insulti in ospedale: «Quella frase
non era rivolta all'immigrato»

Insulti in ospedale: «Quella frase non era rivolta all'immigrato»
di Petronilla Carillo
Martedì 26 Febbraio 2019, 06:35 - Ultimo agg. 07:40
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«Non ti devi far vedere più qui. Devi morire, devi morire, devi morire». Le frasi dell’infermiera dell’ospedale di Curteri di Mercato San Severino non erano rivolte a Souleymane Rachidi, l’ivoriano ventenne che domenica alle 3 del mattino si è presentato accompagnato dal 118 per un dolore al petto. È quanto accertato a conclusione di una istruttoria avviata nella stessa giornata di domenica dal direttore generale dell’azienda ospedaliera universitaria Ruggi, Giuseppe Longo. In una nota, si precisa che «non emergono comportamenti o atti assunti dal personale in servizio riferibili ad episodi di razzismo». Ma il video c’è e le parole sono state proferite. Per questo motivo l’infermiera sarà sottoposta a procedimento disciplinare. Non è importante il colore della pelle, lasciano intendere dalla direzione del San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona, ma certe cose non si dicono a nessuno. Soprattutto in ospedale. 

Nella nota a firma del dg Longo, si precisa che «è stato ascoltato tutto il personale del pronto soccorso presente nel turno di servizio durante il quale si è registrato l’episodio, quindi altri testimoni, non dipendenti, presenti al momento del fatto. Gli atti contenenti le dichiarazioni, debitamente sottoscritte dai presenti, sono stati in ogni caso trasmesse all’Ufficio Procedimenti Disciplinari, in quanto le frasi proferite, pur non indirizzate al paziente bensì ad altro operatore sanitario, costituiscono atteggiamenti non ammissibili e passibili di censura». 

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