Ischia, vescovo e sindaco divisi da un privilegio del '300

Ischia, vescovo e sindaco divisi da un privilegio del '300
di Massimo Zivelli
Sabato 2 Marzo 2019, 08:30
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L'innovazione contro la tradizione. Il potere spirituale che vuole scavalcare quello temporale. A ruoli insolitamente invertiti, il vescovo della diocesi di Ischia e Procida, monsignor Pietro Lagnese, assurge in questi giorni a protagonista perché fortemente deciso ad abolire un privilegio che addirittura nel 1306 venne concesso da un suo predecessore (anch'egli di nome Pietro) alla municipalità isolana di Forio, per la ratifica della nomina del parroco della basilica pontificia di San Vito, patrono della città. Un privilegio che dura da 700 anni dunque e che nell'anno di grazia 2019 sembra dover andare definitivamente in pensione, stando almeno alle nuove disposizioni del pastore della Chiesa isolana. Disposizioni contro le quali l'altro giorno è insorto il Consiglio comunale di Forio, sindaco Francesco Del Deo in testa, che ha votato un ordine del giorno in cui si dice a chiare lettere che la municipalità non rinuncerà affatto al suo secolare diritto.
 
In 700 e passa anni, mai si è registrato che il Consiglio Comunale di Forio abbia espresso parere negativo alle nomine curiali. Adesso però che il novantenne monsignor Giuseppe Regine si avvia a lasciare la parrocchia che guida dalla fine degli anni '60 (alla sua nomina a parroco diede il suo voto favorevole anche il consigliere comunale comunista di opposizione Maurizio Valenzi, divenuto poi sindaco di Napoli) qualcosa si deve essere incrinato nei rapporti fra la Curia vescovile e il Comune isolano, che si è schierato apertamente a sostegno dei malumori che serpeggiano nella comunità locale dei credenti. Il nome del successore dell'anziano monsignor Regine non è stato ancora fatto, ma pare di capire che a Forio e soprattutto nella parrocchia di San Vito le «fughe» innovative di Pietro Lagnese non sono gradite e quindi si teme che a guidare la parrocchia sarà incaricato un prete espressione delle nuove tendenze in ambito ecclesiale, piuttosto che un interprete della tradizione. Il vescovo vuole avere le mani libere e lo ha ribadito anche nella lettera inviata ieri l'altro al sindaco Del Deo.

«Le scrivo in merito al diritto di presentazione concernente la nomina del parroco della parrocchia di San Vito Martire in Forio, che, conformemente a un antico diritto di patronato, spetta a codesta amministrazione comunale attacca Lagnese e a questo riguardo mi preme in modo particolare manifestarLe la riconoscenza che la Chiesa di Ischia nel corso del tempo ha cumulato per i frutti spirituali e il sostegno materiale». D'altra parte, continua Lagnese, «la Chiesa è un Popolo in cammino della storia e col tempo alcune consuetudini o istituti giuridici vengono riconosciuti non più adeguati a corrispondere alla mutata sensibilità ecclesiale e alle diverse necessità al pastorali». Appena una premessa, per poi dare l'annuncio che sentito il Vaticano il vescovo ha di fatto revocato l'antico privilegio e si appresta a fare la nomina in assoluta autonomia di scelta e di giudizio. Quanto prima verrà dunque indicato il nominativo del successore di Regine alla guida della principale parrocchia foriana. Ed è scontato che il Comune non se ne starà con le mani in mano, avendo già schierato uno stuolo di avvocati e arriverà probabilmente ad appellarsi anche al diritto canonico e alla legislazione che regola i rapporti fra Stato e Chiesa, pur di non vedersi sottratto il tradizionale privilegio e non deludere i parrocchiani.
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