Teatro Mercadante, il Cda non trova l'intesa: si va verso il bando

Teatro Mercadante, il Cda non trova l'intesa: si va verso il bando
di Giovanni Chianelli
Domenica 3 Marzo 2019, 08:30
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Una nota di poche righe. Questo l'unico risultato della riunione di ieri tra i componenti del consiglio d'amministrazione del teatro Mercadante, convocata per discutere sulla direzione dello Stabile dato che a fine anno scade il mandato di Luca De Fusco, in carica dal 2011. Così ora la strada che probabilmente verrà seguita è quella di un bando. «Il Consiglio ha già intrapreso da qualche tempo una riflessione ampia e libera al proprio interno e l'incontro di oggi ne rappresenta una tappa», recita la prima parte del comunicato. A consegnarlo alla stampa, a margine dell'incontro informale, il presidente del cda Filippo Patroni Griffi. Mentre interviene, sorridente e cordiale, i consiglieri si trovano ancora nella stanza dove si sono riuniti. La riunione è piuttosto breve: iniziata a mezzogiorno, già alle 13.30 è dichiarata sciolta. Però, a quanto pare, senza molti risultati. Non ne sono usciti accordi significativi né ipotesi sulla figura che dovrà guidare lo Stabile. «Il confronto e le valutazioni proseguiranno per poter giungere ad una decisione, la più condivisa possibile, per il bene del Teatro» si legge nella comunicazione. La prima a lasciare la seduta è Rosita Marchese, vicepresidente e rappresentante della Fondazione Banco di Napoli: «Non posso proprio parlare, lo farà a breve la nota che abbiamo concordato» dice mentre abbandona gli uffici del teatro. Poi appare Patroni Griffi con il foglio in cui è riportato il testo: «La priorità è quella di pianificare per tempo il futuro dello Stabile, prima ancora che trovare un nome. Napoli deve essere sempre meno la città delle emergenze e sempre più la città delle eccellenze».
 
La tempistica sulla strada da intraprendere è infatti una delle incognite maggiori. Ma il consiglio «deciderà in tempi brevi», assicura Patrizio Rispo, intercettato in uscita, anche se in realtà la soluzione potrebbe richiedere tempi molto più lunghi. Non si sa, ad esempio, neppure quando verrà convocato di nuovo il Cda. Resta il massimo riserbo. Per tutti parla la nota, che è stata redatta in piena condivisione. L'attore racconta un'atmosfera rilassata: «Il confronto è stato, come al solito, sereno». Poi specifica: «L'unico punto più teso, ma non tra noi, è stato quando abbiamo commentato la circolazione dei verbali dei consigli: devono rimanere segreti». Il riferimento è alla fuga di notizie degli ultimi giorni. Differentemente da quanto riportato, a fronte della richiesta di trasparenza sugli stessi verbali fatta da qualcuno, su questo aspetto Patroni Griffi si dichiara «contrarissimo». Niente pubblicazione degli atti, dunque. Il problema resta il solito: chi sarà a dirigere lo Stabile di Napoli, quello che la stessa nota definisce non «un semplice teatro ma un progetto culturale per la città»? Evidentemente adesso la scelta ricade tutta sul presidente del cda. Perché, come è emerso dalla riunione, i nodi restano intatti: una metà del consiglio sta con De Fusco, l'altra (quella che fa capo a Comune e Città metropolitana) no. Un nome che piace a entrambi i fronti non sembra essere ancora uscito in modo naturale, ovvero dall'accordo dei consiglieri. Eppure, rimettere la scelta a una manifestazione di interesse o a una decisione dall'alto, dal Mibac ad esempio, «sarebbe di discredito per il consiglio stesso» dice ancora Rispo. Insomma, Patroni Griffi dovrà trovare la figura giusta, che accontenta tutti. E se non sarà confermato de Fusco, che ha diverse chance, tra i nomi fatti negli ultimi giorni pare avvantaggiato Mimmo Borrelli. Il regista bacolese incarna diverse caratteristiche richieste: «Il nostro è e deve continuare ad essere lo Stabile che coniuga tradizione e innovazione e che assicura una produzione di qualità» è la conclusione del testo.

Alla fine la soluzione per uscire dall'impasse potrebbe essere quella di un bando. In questo caso la scelta del direttore dipenderà dai criteri che verranno adottati.
Se verrà indicato come requisito l'aver diretto un teatro di serie A per almeno cinque anni, allora i nomi in corsa potrebbero essere pochi: oltre all'uscente De Fusco ci sarebbe Mario Martone, che però si era già dichiarato indisponibile, o Alessandro Gassmann, che pure aveva declinato la proposta. Se invece questo vincolo, che sarebbe comunque una clausola di garanzia, verrà tralasciato, potrà accadere davvero di tutto.
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