Fincantieri, operazione restyling: Castellammare diventa centro di eccellenza

Fincantieri, operazione restyling: Castellammare diventa centro di eccellenza
di Maria Elefante
Domenica 10 Marzo 2019, 09:30 - Ultimo agg. 17:59
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Ricavi in crescita e un portafoglio ordini da record che contiene 116 navi. Il momento d'oro che sta vivendo Fincantieri si riflette sul cantiere di Castellammare. A maggio ci sarà l'ultimo varo nello storico scalo prima di un radicale restyling che trasformerà il cantiere in un centro di eccellenza per la sagomatura delle lamiere servendo anche altri siti del gruppo. L'investimento ammonta a 110 milioni di euro, 40 da parte dell'azienda, altri 70 arriveranno da Governo, Regione e Autorità Portuale. Ciò consentirà un incremento della produzione del 40 per cento e di aumentare i livelli occupazionali fino al 65 per cento.
 
Il piano di restyling dovrebbe partire subito dopo il varo della nave militare Trieste, la Lhd. La nuova unità multiruolo d'assalto anfibio è la più grande realizzata nell'ambito del programma di rinnovamento della flotta della Marina Militare e con una lunghezza pari a circa 215 metri occuperà l'intero spazio sullo scalo a mare. Varata la Trieste, le navi future potranno avere dimensioni maggiori. Si passerà dagli attuali 228 metri di lunghezza per una larghezza di 32 metri a 380 metri di lunghezza per 55 di larghezza.

La proposta di Fincantieri è quella di convertire lo scalo in una grande platea, una grande area piatta, dove le grandi sezioni di navi, le parti di navi e le navi intere potranno essere montate. La nave, poi, con un sistema di traslazione, ovvero carrelli mobili su rotaie sul tipo di quelli costruiti dalla Fagioli, verrebbe trasferita dalla platea su una chiatta semi-sommergibile di nuova costruzione che immergendosi permetterà alla nave di galleggiare e quindi di essere varata. L'operazione avverrà nei pressi della banchina del porto dove ci saranno degli escavi per realizzare la «fossa di varo» e un adeguamento della banchina stessa per facilitare le operazioni di allestimento della nave.

Il sistema manderà in pensione l'attuale scalo permettendo però a seconda delle dimensioni di costruire due navi contemporaneamente o di lavorare su una nave completa e su una realizzata a metà. Ma non è tutto. Questo sistema permetterebbe al cantiere una certa flessibilità convertendolo all'occorrenza in officina per manutenzioni, trasformazioni e jumboizzazioni (ovvero allungamenti). Un punto, questo, che è stato oggetto di battaglie sindacali che hanno respinto con forza l'idea di trasformare il cantiere in un'officina o un «tronconificio». E in effetti la rivoluzione sembra mirata non solo alla costruzione di traghetti grandi (ro-ro-pax) ma soprattutto alla realizzazione dei tronconi delle ultime navi da crociera commissionate a Fincantieri. Navi sempre più grandi e che devono essere pronte in tempi brevi per mantenere alto il profilo dell'azienda.

Per far funzionare il nuovo sistema l'adeguamento coinvolgerà l'intero cantiere e si avvarrà anche di un sito industriale esterno. A Nola, infatti, nascerà un «Centro servizi Navale» in partnership con uno storico fornitore campano del Gruppo, per realizzare all'esterno sub-componenti di carpenteria e lavorazioni primarie su lamiere e profilati, che costituiscono i componenti di base per la costruzione dei blocchi prefabbricati dello scafo della nave. Insomma, il lavoro che in larga parte si svolgeva nell'officina navale, il settore dove avviene il taglio della prima lamiera e dove comincia di fatto la costruzione della nave. Con il nuovo piano quell'officina effettuerà un allestimento anticipato dei blocchi. Via anche il parco lamiere, quello spazio servirà ad accogliere i prodotti semilavorati dal centro di Nola. Il reparto sagomatura lamiere invece verrà ampliato e potenziato per diventare un centro di eccellenza che, come il centro servizi navale, potrebbe fornire anche altri cantieri del Gruppo. Saranno poi realizzate tre officine coperte mobili dove si potrà lavorare anche a terra per realizzare grandi sezioni delle navi che saranno poi assemblate nella nuova area di montaggio (la platea).
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