Torre Annunziata, il quadrilatero
no vax tra camorra e miseria

Torre Annunziata, il quadrilatero no vax tra camorra e miseria
di Daniela De Crescenzo
Mercoledì 13 Marzo 2019, 09:30
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La donna, giovanissima, arriva in vestaglia e sale di corsa le scale dell'istituto comprensivo Leopardi di Torre Annunziata. I figli l'aspettano per tornare a casa, così lei si ferma giusto un momento per spiegare. «Sono contraria ai vaccini. Non so, mi sembra che abbiano a che fare con le malattie. Ma a scuola mi hanno spiegato che devo farglieli fare per forza e quindi sono andata alla Asl, adesso sto a posto», racconta. Non è proprio così, per essere in regola bisogna completare la profilassi e ottenere le relative certificazioni, ma lei non lo sa.

Il giorno successivo a quello previsto come scadenza per l'obbligo di vaccino, alla Leopardi di Torre Annunziata, la scuola dei record, quella dove cinquantanove famiglie non hanno presentato il certificato, c'è chi arriva portando il tagliandino di prenotazione della Asl, chi invoca ritardi da parte dei sanitari, chi esibisce attestazioni mediche per provare l'impossibilità del vaccino, e chi se ne frega e non si fa proprio vedere. Dalla segreteria dell'istituto fanno sapere che molti genitori stanno tentando di mettersi in regola per evitare che i bambini dell'asilo siano costretti a restare a casa: la dirigente scolastica, Antonella D'Urzo, e tutti gli insegnanti sono mobilitati per evitare il forzato esodo di massa. Nella scuola del Quadrilatero delle carceri, il quartiere più difficile di questa difficilissima città, si combatte per tenere i bambini in classe e mandarli a casa è quasi una bestemmia.

 

EMERGENZA SOCIALE
Mobilitazione generale, dunque, e in campo scende anche l'assessore regionale all'istruzione Lucia Fortini, che spiega: «Ho chiamato il centro della Asl 3, quella competente per territorio in maniera da organizzare un percorso per far vaccinare i bambini. Se necessario andrà il personale sanitario nella scuola. Siamo pronti a qualsiasi intervento per aiutare a risolvere il caso». Tutti d'accordo dunque, i bambini devono restare in classe. Perché alla Leopardi non si gioca con le ideologie, non si scherza con le parole, molti genitori non sanno nemmeno chi siano i no vax. Qui i problemi sono altri. «Tanti ragazzini hanno i genitori in carcere e quindi non sono seguiti», spiega il capo d'istituto. «Il nostro problema è una frequenza discontinua racconta la vice preside Luisa Cinque spesso i bambini devono andare a colloquio con i parenti dei diversi istituti di pena e quindi non possono venire a scuola». E sì, perché se il lunedì vai da mamma a Pozzuoli, e il martedì da papà a Secondigliano, e poi devi correre dal nonno fuori regione, e c'è anche il fratello maggiore che aspetta il pacco con i viveri, quando lo trovi il tempo per le lezioni?
La realtà dura del Quadrilatero non racconta, però, solo la delinquenza, ma anche la povertà. Una miseria desolante che corrode le speranze e cambia il vivere con il sopravvivere. «Abbiamo una bambina ricordano le insegnanti che viene senza cappotto anche quando c'è il gelo». Perciò quando è previsto il rientro per le attività pomeridiane la scuola distribuisce un ticket da sette euro, e all'appello non manca nessuno. «Ci sono state delle mamme che sono scoppiate a piangere quando hanno saputo di poter contare sui buoni pasto», dice la preside.
LA TRINCEA
E poi c'è Ciro (il nome è ovviamente di fantasia) che a quindici anni non aveva frequentato per un solo giorno le lezioni delle medie. Iscritto, non si era mai fatto vedere. Il caso è stato segnalato al tribunale per i minorenni e si è scoperto che entrambi i genitori erano troppo ammalati per prendersi cura del ragazzino. I magistrati sono stati costretti a una scelta difficile: l'affido ad una comunità. Adesso Ciro frequenta regolarmente e ha la speranza di un futuro. Con lui forse la scuola vincerà, ma la vittoria è amara e la strada segnata da troppe sconfitte. Un'insegnante racconta: «Per convincere i genitori a rispettare gli orari di entrata e di uscita sono stata aggredita tre volte e ho dovuto chiamare i carabinieri». Alla fine i prof l'hanno spuntata. O quasi, visto che dall'ingresso una mamma a mezzogiorno urla contro il bidello: «Mio figlio deve uscire adesso, altrimenti se viene a piovere più tardi lo porti a casa tu».
Non è facile la vita alla Leopardi e per andare avanti non basta l'impegno di presidi e insegnanti. Ho sentito anche il sindaco Torre Annunziata - dice infatti l'assessore Fortini e la Leopardi sarà uno degli otto centri famiglia di sostegno alla genitorialità. Questi bambini devono essere vaccinati e restare nelle classi.
E per una volta si trovano d'accordo anche diversi schieramenti politici. Spiega il deputato Palo Siani (Pd): «L'obbligo vaccinale ha funzionato. Ha raggiunto l'obiettivo con il recupero delle coperture a livelli di sicurezza in quasi tutte le regioni. Ma, se si guarda nelle microaree, si scopre che nell'istituto Leopardi di Torre Annunziata, cinquantanove bambini su 250 (23,6%) non hanno esibito entro il termine fissato il certificato vaccinale. Sono questi i bambini e le famiglie che devono preoccupare i medici della sanità pubblica. È su questa fetta di popolazione infantile che bisogna concentrare i nostri sforzi». E il vice coordinatore della Campania di Forza Italia, Severino Nappi sostiene: «Nessun bambino deve rischiare, nelle scuole campane. La vaccinazione non è questione di obbligo, ma di buon senso. Basta politica, basta ideologia sulla pelle dei più piccoli».
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