Svolta per Palazzo Fuga: la Cdp acquista l'Albergo dei poveri, nasce il museo del Mare

Svolta per Palazzo Fuga: la Cdp acquista l'Albergo dei poveri, nasce il museo del Mare
di Luigi Roano
Giovedì 14 Marzo 2019, 07:00
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Sempre più vicina l'anticipazione di 200 milioni per pagare i fornitori, rinegoziazione dei mutui, patto immobiliare su Albergo dei Poveri e le Terme di Agnano e soprattutto sostegno alle imprese. Una partita che supera abbondantemente il miliardo con sullo sfondo un interesse anche su Bagnoli. Lo sbarco di Cassa depositi e prestiti e le sue società partecipate - Fincatieri, Italgas, Snam e Terna - a Napoli, dove ha firmato a Palazzo San Giacomo un protocollo con il Comune sottoscritto dall'amministratore delegato Fabrizio Palermo e il sindaco Luigi de Magistris, è una partita che può dare una forte spinta all'economia cittadina. «Un investimento di Cdp su una città che «non è solo importante per l'Italia ma per tutto il Mediterraneo» dice l'amministratore delegato. Tanto che Palermo annuncia «l'apertura di una nuova sede in città, stiamo valutando diverse opzioni perché deve essere subito praticabile per stare vicini alle imprese e alle Istituzioni». Non è escluso che Cdp possa insediarsi in uno degli immobili per i quali sta facendo operazioni di «federal building», ovvero una «Razionalizzazione degli spazi della pubblica amministrazione» per risparmiare sui fitti passivi.
 
L'amministratore delegato di Cdp chiarisce molte delle questioni in campo: «Sull'anticipazione dei 200 milioni - racconta Palermo - stiamo per chiudere le pratiche e siamo fiduciosi: l'obiettivo è supportare gli enti locali e il Comune ha colto subito l'opportunità visto che stiamo firmando anche questo protocollo». Quanto agli investimenti immobiliari Palermo ricorda che «CdP è impegnata con un progetto di 60 milioni sulla ex Manifattura tabacchi, per gli altri immobili, a iniziare dal'Albergo dei Poveri che vale 122 milioni stiamo valutando le pratiche, cercheremo soluzioni di valorizzazioni» appunto operazioni di «federal building». E questo riguarda pure il porto - il protocollo è stato firmato dal presidente Pietro Spirito - con al questione dei Magazzini generali, che saranno sede del Museo del mare e di un polo universitario. Per Palermo la funzione dello sbarco «è la valorizzazione di questi asset che devono avere un impatto sul territorio per farlo crescere e aiutare le tante imprese che ci sono». L'amministratore delegato non trascura l'area ex Italsider: «Bagnoli non è nel protocollo ma è uno dei temi di discussione».

Al netto dell'anticipazione di liquidità da 200 milioni la vera partita è la rinegoziazione del debito che il Comune ha con Cdp, pratica che Palermo sta valutando e che probabilmente andrà a buon fine. Per capire l'entità della posta in gioco basta guardare l'ultimo bilancio del Comune. Il debito complessivo è di 1,700 milioni, quello solo con Cdp è di 700 milioni, quasi la metà. Rinegoziare significherebbe abbattere gli interessi e forse dilatare anche i tempi di pagamento.

Decisamente soddisfatto il sindaco: «È un atto - racconta - quello che abbiamo firmato, pieno di concretezza e di visione strategica. Dà contezza di quanto Napoli sia proiettata in una prospettiva di sviluppo». Reduce da Milano, dove l'asse con il sindaco meneghino Beppe Sala è stato consolidato ricambiando la visita del 26 febbraio, l'ex pm torna a parlare di questa esperienza: «Non c'è una prima e una seconda tra Napoli e Milano, il bello dell'incontro con Sala è questo: entrambe le città hanno punti di contatto e di differenze, di forza e di debolezza. Una relazione che incuriosisce e darà nuovi frutti nei prossimi mesi quando ci saranno iniziative culturali e sportive tra le due città». Il messaggio che arriva dall'asse Napoli-Milano per de Magistris è anche politico: «Le città sono un forte motore di sviluppo, i sindaci conoscono bisogni e desideri delle persone. Milano e Napoli hanno sindaci, che proprio i milanesi hanno definiti anomali, dicono al Paese che deve finire la stagione dei tagli alle città».
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