Caserta, il caso ex Canapificio:
«L'edificio è a rischio crollo»

Caserta, il caso ex Canapificio: «L'edificio è a rischio crollo»
di Mary Liguori
Giovedì 14 Marzo 2019, 10:15
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Crepe, infiltrazioni d'acqua, tetto a rischio. Ma, soprattutto, un grado di ossidazione delle armature portanti che ricorda quello dei ponti a rischio crollo. È una parte, solo una parte, delle motivazioni che hanno spinto la Procura di Santa Maria Capua Vetere a sequestrare l'ex Canapificio, due giorni fa, e aprire un'indagine per l'ipotesi di reato di omissione di lavori in edifici che minacciano rovina. La relazione conclusiva dei sopralluoghi delegati a periti e vigili del fuoco è alla base del decreto a firma dei pm Alessandro Di Vico e Anna Ida Capone e dovrà ora essere valutata dal gip che, a partire da ieri, ha dieci giorni per convalidare il sequestro d'urgenza disposto dalla Procura diretta da Maria Antonietta Troncone.
 
Toccherà alle indagini, delegate ai carabinieri, stabilire chi avrebbe dovuto occuparsi della manutenzione dei capannoni. Se il Centro Sociale che lo ha occupato sin dai primi anni2000 o la Regione Campania proprietaria dell'immobile. Un nodo da sciogliere di fondamentale importanza perché al momento non è possibile stabilire di chi sia la responsabilità dei lavori di adeguamento di cui la struttura avrebbe necessitato e che non sono stati eseguiti. Una situazione doppiamente imbarazzante per la Regione quella che viene dal caso Ex Canapificio dal momento che, secondo quanto emerso, la convenzione di comodato d'uso stipulata tra il Centro sociale e l'ente di Palazzo Santa Lucia è scaduta nel 2014. E, ovviamente, non è tutto. Dal 2017 c'è per la struttura di viale Ellittico una palese violazione della legge regionale perché il comma 67 della legge regionale numero 10 del 2017 dispone «i beni immobili, già in origine utilizzati come canapifici, vengano destinati nuovamente alla tutela e alla valorizzazione della cultura e della coltivazione della canapa, nel rispetto della normativa nazionale vigente in materia». È chiaro che il Centro Sociale non si occupa di canapa ma di assistenza migranti e che, nei locali sequestrati aveva impiantato il proprio quartier generale.

Dal canto loro, gli operatori e i soci del Centro Sociale non si fermano davanti ai sigilli. Ieri hanno continuato a prestare servizi ai migranti e ai cittadini nell'area antistante i capannoni e per i prossimi giorni hanno anche annunciato una serie di iniziative di protesta. Un presidio permanente davanti alla Prefettura è in programma per oggi mentre sabato si terrà invece una manifestazione che ha ricevuto decine di adesioni. Continua, poi, il botta e risposta tra gli attivisti e il ministro dell'Interno. Salvini nei mesi scorsi bollò il Centro sociale come «abusivo», mentre dopo il sequestro ha esultato: «la pacchia è finita». La frase ha colpito gli esponenti del Centro sociale che annunciano querela. Il vicepremier, probabilmente, faceva riferimento all'altra inchiesta in corso sull'Ex Canapificio che vede indagati per associazione per delinquere finalizzata alla truffa sette persone tra soci e operatori. Avrebbero mercificato su una somma da 7 milioni e mezzo affidata loro per la gestione dei migranti.

Secondo la Lega di Caserta sono stati «provvidenziali gli interventi di Matteo Salvini e della Procura di Santa Maria Capua Vetere». Salvatore Mastroianni e il commissario cittadino di Caserta, Finizio Di Tommaso hanno aggiunto: «Non possiamo non essere grati a Matteo Salvini che, con solerzia ed alto senso di responsabilità, umana ed istituzionale, ha reso edotte le autorità preposte di una situazione di insostenibile come quella dell'ex Canapificio, i cui ospiti, erano esposti a grave rischio e pericolo, data la patente fatiscenza della struttura».

 
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