Ecco i cibi che fanno dormire bene e quelli da evitare a cena (vino e cioccolata out)

Ecco i cibi che fanno dormire bene e quelli da evitare a cena (vino e cioccolata out)
Ecco i cibi che fanno dormire bene e quelli da evitare a cena (vino e cioccolata out)
Giovedì 14 Marzo 2019, 15:41 - Ultimo agg. 15 Marzo, 11:42
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Per dormire bene ci sono alcuni cibi che a cena andrebbero evitati, lo dice l'esperta: quali sono? Vino e cioccolata. Le conseguenze, altrimenti, sono occhi sbarrati e risvegli improvvisi nel cuore della notte. La causa, infatti, potrebbe risiedere in cattive abitudini alimentari o stili di vita sbagliati. Troppo stress, un utilizzo eccessivo del pc o la mancanza di momenti di relax insidiano il sonno, con conseguenze dannose su fisico e umore.

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«È importantissimo dormire perché recuperiamo energia, resettiamo i pensieri e favoriamo il recupero fisico - dice Cristina Settanni, naturopata, Flower Therapist, esperta in fiori australiani, autrice del libro Fiori del bene e docente presso il College of Naturophatic Medicine Cnm Italia -. Le fondamenta di un sonno ristoratore si gettano durante la giornata attraverso l'alimentazione e lo stile di vita».

Fra i suggerimenti dell'esperta, in vista della Giornata mondiale del sonno che si celebra il 15 marzo, c'è il via libera al pesce azzurro. Meglio evitare a cena, invece, vino e cioccolata. «L'ideale sarebbe dormire almeno 5-6 ore continuative e comunque non meno di 6-7. La mancanza di sonno crea irritabilità e abbassa la soglia di tolleranza per cui diventiamo più reattivi a qualsiasi stimolo esterno e proviamo più fastidio. Esistono diversi tipi di insonnia - prosegue Settanni - L'insonnia dovuta allo stress, genera un sovraccarico di pensieri, per cui si fa fatica ad addormentarsi o ci si sveglia la notte. L'insonnia da inquinamento elettromagnetico è dovuta all'uso eccessivo di computer, tablet e videogame fino a tarda sera. C'è poi l'insonnia da cambio di stagione o jet lag e quella causata da un'alimentazione sbagliata. In questo caso, soprattutto a cena, bisogna evitare cibi pesanti ed elaborati perché il fegato fa fatica a digerire e questo causa risvegli notturni».

Quali sono allora i rimedi suggeriti da Settanni per un sonno ristoratore? 1) Durante la giornata «trovare momenti di pausa e relax, anche 5-10 minuti di pausa ogni tanto aiutano molto; fare passeggiate, ossigenarsi e stare più a contatto con la natura; evitare di stare fino a tarda sera al computer o davanti alla televisione», raccomanda l'esperta. 2) Cibi consigliati: quelli ricchi di triptofano, amminoacido precursore della serotonina, come semi di zucca, ricotta, banana, avena, contenente anche zinco e vitamina B6 importanti per l'umore e lo stress; cibi ricchi di magnesio, quindi frutta secca a guscio, mandorle, noci, semi di girasole, verdure a foglia larga, riso integrale, carciofi; Omega3, tre volte a settimana indicato il pesce azzurro. 3) Cibi da evitare: quelli ad alto indice glicemico, zuccheri e dolci, che stimolano l'insulina provocando insonnia; cibi confezionati che contengono glutammato monosodico, che da effetti eccitanti; cibi contenenti tiramina, che stimola la produzione di adrenalina e dopamina, ovvero tutti i cibi affumicati, vino e alcol, formaggi stagionati, insaccati e il cioccolato che contiene anche caffeina.

Metodi di cottura: preferire le cotture veloci, al cartoccio, al vapore, le verdure saltate, roast beef e carpaccio. Da evitare stracotti, bolliti, stufati: le cose molto cotte impegnano la digestione e intralciano il sonno. 5) Fiori australiani: Macrocarpa, fiore dell'energia fisica, lavora sulle surrenali quando si è troppo stanchi per dormire; Crowea, fiore della pace interiore, lavora sull'ansia, il peggior nemico del sonno; Boronia, fiore della pace mentale, contrasta i pensieri notturni ossessivi ricorrenti; Bush Fucsia, fiore dell'apprendimento, aiuta chi ha un'insonnia dovuta a inquinamento elettromagnetico; Black Eyed Susan, fiore della pazienza, aiuta chi perde il sonno per la troppa attività. 6) Sostanze naturali: prima di dormire tisane a base di piante calmanti come tiglio, valeriana, melissa e passiflora. La camomilla va lasciata in infusione un minuto al massimo.

Dormire poco potrebbe alimentare la crisi di solitudine. «Non ho dormito, stammi lontano»: dormire poco rovina la nostra socialità, ci rende meno inclini a stare con gli altri e genera anche messaggi di allontanamento per il prossimo creando avversione, ma facendoci al contempo avvertire un senso di solitudine. Lo rivela una ricerca pubblicata sulla rivista Nature Communications che lascia intravedere nella pandemica carenza di sonno dei nostri tempi una delle cause della crisi di solitudine che si respira oggi nel mondo. Lo studio è stato condotto presso la University of California (UC), a Berkeley da Eti Ben Simon che spiega: «Non è forse una coincidenza che le decadi passate hanno visto un marcato aumento della solitudine ed una altrettanto drammatica riduzione delle ore di sonno; in condizioni di carenza di sonno diveniamo asociali e la solitudine presto si fa sentire».
Lo studio consta di una serie di esperimenti: nel primo due gruppi di individui (uno che aveva dormito normalmente la notte prima, l'altro che aveva dormito poco) dovevano guardare in un video una persona che si avvicinava verso di loro e fermare il video non appena sentissero il fastidio di una vicinanza eccessiva. Ebbene chi aveva dormito poco fermava il video quando il soggetto in avvicinamento era anche il 60% più lontano rispetto a chi aveva dormito, segno che dormire poco ci rende più ostili e meno fiduciosi verso il prossimo. Osservato alla risonanza, il cervello di chi dorme poco è risultato meno attivo nelle aree neurali dell'empatia e più attivo in quelle che elaborano le minacce sociali. Insomma dormendo poco il prossimo ci piace meno e ci sentiamo anche più minacciati dagli altri. In un altro esperimento è stato chiesto a un folto gruppo di individui di giudicare l'appeal di persone in carenza di sonno o meno, viste sempre a video. Ebbene gli osservatori risultavano meno attratti da chi aveva dormito poco. Infine dall'ultimo test è risultato che chi dorme poco si sente più alienato e più solo il giorno dopo. È possibile quindi che la carenza di sonno alimenti un circolo vizioso che genera asocialità e quindi solitudine.

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