Ex commissario identifica dopo 20 anni di ricerche un uomo finito in mare nel '98 a Capraia

Ex commissario identifica dopo 20 anni di ricerche un uomo finito in mare nel '98 a Capraia
Ex commissario identifica dopo 20 anni di ricerche un uomo finito in mare nel '98 a Capraia
Giovedì 14 Marzo 2019, 16:17 - Ultimo agg. 18:53
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Ilario Sartori, commissario della Polmare di Livorno, lo aveva promesso a se stesso. Doveva dare un nome a quel corpo che per quasi 20 anni ha cercato di identificare e così, una volta andato in pensione nel 2016, ha continuato a cercare fino a risolvere il giallo qualche settimana fa, spulciando i siti internet internazionali e riconoscendo nella foto di un croato scomparso, quell'uomo senza nome sepolto senza essere riusciti a ricostruirne la storia nel cimitero comunale livornese. Il corpo sformato dalla lunga permanenza in acqua fu ripescato nel luglio del 1998 al largo dell'isola di Capraia: era nudo con indosso soltanto una scarpa da barca di marca svizzera numero 47 e una fede nuziale con inciso il nome «Caterina». 

Cadavere di un uomo in mare nei pressi di Ventotene, intervento della Guardia costiera

Nient'altro e nulla di più si è saputo di lui per vent'anni. Poi le ricerche di Sartori delle scorse settimane hanno impresso la svolta decisiva: in alcuni siti internet in lingua inglese ha trovato indizi utili e, soprattutto, la foto di Zltako Brajko, croato di 34 anni scomparso ai primi di luglio 1998 da Bol, località dell'isola di Brac sulla costa Dalmata. E quella fossetta sul mento che presentava quest'uomo svanito nel nulla era proprio la stessa di quello ripescato al largo della costa livornese. Il resto è storia di oggi, anche se le cause della morte devono essere ancora chiarite: un incidente in mare, mentre era a bordo della sua barca, è l'ipotesi più probabile.

Sta di fatto che Sartori, dopo quella traccia, ha insistito nelle ricerche, ha digitato, spiega la questura di Livorno, «nome e cognome del croato sul web ed è apparsa un'intervista, nella quale il giovane croato riferiva di avere acquistato una barca per il trasporto dei turisti nelle varie isole dalmate». Uno skipper, dunque. Ovvero un professionista che poteva quindi calzare proprio quel tipo di scarpa ritrovata. Così l'ex commissario ha informato l'Ufficio di Frontiera Marittima di Livorno spiegando le sue convinzioni: da qui il contatto con la direzione centrale della Polizia Criminale, per informare l'Interpol e la polizia croata per verificare i dati raccolti. In questo modo è stata reperita l'impronta digitale dello scomparso, risultata perfettamente corrispondente a quelle prelevate a Livorno al momento del ritrovamento del cadavere.

La storia di Zlatko così è stata ricostruita: l'uomo era sposato con Caterina, una donna italiana, e aveva lasciato a Bol due sorelle, le quali hanno riferito che Brajko, all'epoca della scomparsa, aveva inviato loro alcune lettere, spedite dalla Sardegna, in cui preannunciava la volontà di recarsi in Africa per non meglio precisati motivi umanitari.

I familiari sono stati già tutti avvertiti dell'identificazione e nei giorni scorsi è stato pubblicato, in Croazia, il necrologio in memoria del velista.

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