Palermo, sparatoria allo Zen: ucciso un uomo, grave il figlio 18enne. La sorella su Fb: «Lo stanno operando»

Sparatoria a Palermo, uccisi padre e figlio nel quartiere Zen
Sparatoria a Palermo, uccisi padre e figlio nel quartiere Zen
Giovedì 14 Marzo 2019, 19:15 - Ultimo agg. 15 Marzo, 13:30
2 Minuti di Lettura
Ieri avevano festeggiato in famiglia il compleanno di Giacomo, che aveva compiuto 19 anni, un ragazzo dal fisico possente e con la passione per il pugilato. Questa sera la famiglia Lupo piange invece la morte del padre, Antonino, 53 anni, e una sfilza di precedenti penali per droga che riempie gli schedari di polizia. L'uomo è stato ucciso questa sera con colpi d'arma da fuoco in un agguato avvenuto nel rione Zen di Palermo, tristemente noto per il suo degrado sociale.

Palermo, sparò a una migrante dopo una discussione: condannato a 12 anni


Entrambi sono stati condotti in condizioni disperate all'ospedale Villa Sofia, dove i medici non sono riusciti, però, a strappare il padre alla morte, mentre il figlio, dato per morto in un primo momento, è ancora vivo. «Mio fratello non è morto, lo stanno operando», dice la sorella Giada Riminella su Facebook.
 

L'imboscata è scattata in via Rocky Marciano, a poca distanza dall'abitazione delle vittime, in via Agesia di Siracusa. Subito dopo la sparatoria alcuni familiari, che hanno sentito i colpi di pistola e hanno intuito quanto stava accadendo, sono scesi in strada e hanno caricato su un'auto Antonino Lupo, che sembrava il più grave, mentre Giacomo è stato soccorso da un'ambulanza del 118.

Davanti all'astanteria dell'area di emergenza si è immediatamente radunata una folla composta da parenti e amici delle due vittime che hanno cominciato a urlare e a dare in escandescenze.
Una scena che si ripete spesso in queste occasioni. Gli agenti di polizia, intervenuti sul posto, hanno dovuto faticare non poco per sedare gli animi e riuscire a riportare la situazione sotto controllo. I due cadaveri sono stati trasferiti nella camera mortuaria, in attesa dell'arrivo del medico legale che dovrà eseguire l'autopsia e del sostituto procuratore di turno chiamato a coordinare l'inchiesta. Le indagini si sono subito indirizzate verso l'ambiente dello spaccio degli stupefacenti attorno al quale orbitava Antonino Lupo, mentre il figlio Giacomo per gli archivi di polizia risulta incensurato. Sul suo profilo facebook le foto di un giovane amante della forma fisica e dei tatuaggi, sullo sfondo dei casermoni dello Zen. E poi la foto di Al Pacino tratta dal film «Scarface» con un commento: «Fermare me è come fermare il tempo. Impossibile». Invece la giovane vita di Giacomo è stata «fermata» proprio il giorno dopo il suo diciannovesimo compleanno. Una festa che, secondo alcune testimonianze, sarebbe stata turbata da qualche discussione. E anche su questo si sta concentrando l'attenzione degli inquirenti.

 
© RIPRODUZIONE RISERVATA