Insulti razzisti al Sud, bufera sulle madamine di Torino

Insulti razzisti al Sud, bufera sulle madamine di Torino
di Massimo Novelli
Venerdì 15 Marzo 2019, 07:30 - Ultimo agg. 14:35
4 Minuti di Lettura
Nella guerra sull'alta velocità Torino-Lione tra favorevoli e contrari, Sì Tav e No Tav, madamine subalpine e 5 Stelle, spunta un nuovo o forse vecchio antimeridionalismo. Imputa al Mezzogiorno tutti o quasi i mali italiani, gli addossa la colpa dell'opposizione al Tav, lo accusa di volere una guerra dei poveri del Sud assisenzialista contro i (già) ricchi del Nord produttivo e lavoratore.
 
A dimostrazione di come lo scontro sulla linea ferroviaria Torino-Lione sia ormai meramente ideologico, alla ricerca di capri espiatori e fondato su falsi luoghi comuni e fake news, basta leggere i commenti sulla pagina Facebook del public group di «Sì, Torino va avanti», l'associazione creata dalle famose madamine subalpine a favore dell'alta velocità. E sono commenti, peraltro, di professionisti, professori, rappresentanti comunque dei ceti borghesi. Il Tav, le soluzioni per sbloccare l'opera, in verità, c'entrano poco o niente. Tanto che sembra di essere ritornati alla Torino dei primi anni Sessanta del Novecento, quando venivano esposti i cartelli «Non si affitta ai meridionali». L'ondata contro i meridionali, i reietti del lavoro (così li chiamano), è cresciuta dopo le affermazioni del premier Conte sulla necessità di completare la statale Agrigento-Caltanissetta. Ecco dunque che cosa scrive uno dei seguaci delle madamine Sì Tav, a proposito delle dichiarazioni del presidente del Consiglio: «Sinceramente credo che sia un omaggio ai loro elettori del sud che in effetti stanno raccogliendo il tesoretto dell'assistenzialismo». Di quegli elettori, incalza un altro, che sono «questa sciagurata pattuglia di reietti del lavoro, cresciuti a sbafo di chi produceva e assistenzialisti nell'animo».

Gli fa eco uno che sbotta: «Vadano ad aprirsele sulla Agrigento-Caltanissetta dove non c'è un cazzo le aziende». E un arrabbiato afferma: «Risparmiate ad esempio con i forestali (ne avete più del Canada!) e fate la statale. Basterebbe che si usassero meglio i soldi a disposizione ne fareste di statali!». Non mancano neppure gli storici di turno. C'è il tizio che dice: «Da Vittorio Emanuele che incontra Garibaldi a Chiara Appendino che incontra Conte: evoluzioni...». E c'è un altro che rammenta: «I post dei 5 Stelle del meridione? Odio puro e parolacce, neanche se il settentrione fosse la causa di tutti i mali del sud». Dalla storia si passa ovviamente alla mafia. Si appunta: «Agrigento-Caltanissetta? Non oso pensare alle infiltrazioni mafiose. Ci costerebbe una tombola». E si decreta: «M5S partito della mafia».

Ma a lasciare perplessi, ahinoi, sono quelli che parlano di guerra che il Nord vincerà contro il Sud. Nel blog delle madamine, infatti, ci si aspetta «una guerra di nuovo odio, tolgo a te, nord sfruttatore laborioso e operoso, per dare a me e ai figli miei, sud incapace, arretrato e camorrista solo perché rappresenti la mia terra, la mia gente e la mia cultura». Però, si legge sempre sulla pagina del public group di «Sì, Torino va avanti», «non siamo disposti ad accettare il revanscismo neo-borbonico che trapela da certi atteggiamenti. Il sig. Conte vuole la guerra? Benissimo. E allora - visto che non è un ignorante e la storia un po' la conoscerà - lo inviterei a ricordare che nell'intera storia dell'umanità, per quanto indietro si voglia tornare e per quanti diversi ambiti geopolitici si vogliano esplorare, non c'è stata una sola volta, non una, in cui nello scontro fra un qualsiasi sud e un qualsiasi nord non abbia prevalso il secondo». D'altronde, se non si fa il Tav «a fallire può essere solo il nord, il sud non ha niente da perdere». Anche perché «di fatto è il nord che traina il sud, difficile capovolgere questa situazione privando il nord di infrastrutture a favore del sud». A chiosare, infine, è un signore che scrive: «Magari facciamo qualche decennio i mantenuti noi del Nord sta volta!».

Soltanto qualcuno, sulla pagina Fb di «Sì, Torino va avanti», prende le distanze dall'antimeridionalismo. Gente per il Tav, certo, ma che non ha perso il senno. Come chi sostiene che quelle parole «trasudano razzismo». E come chi lamenta: «Sono veramente allibita dal tono di questo dibattito. Da meridionale, trapiantata a Torino da oltre 50 anni e che condivide appieno questa lotta, affermo che quest'aura di razzismo che aleggia mi delude non poco».
© RIPRODUZIONE RISERVATA