Purchia: «San Carlo, i fondi non bastano: taglio gli spettacoli»

Purchia: «San Carlo, i fondi non bastano: taglio gli spettacoli»
di Donatella Longobardi
Domenica 17 Marzo 2019, 09:29
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«De Luca sul San Carlo? Un'ennesima bugia». Non tarda a farsi sentire il sindaco de Magistris dopo l'intervento del governatore della Campania in un'affollata assemblea di lavoratori in teatro. De Magistris parla durante un convegno a Salerno, città di De Luca, rinfocolando la litigiosità dei rapporti con il presidente della Regione. Tanto che San Carlo e la cultura sono sempre più terreno di scontro istituzionale con De Luca. «Mi sento di lanciare un appello a tutte le istituzioni che sostengono il San Carlo a stare unite e a starci vicino», dice la sovrintendente Rosanna Purchia. Perché i problemi per il budget del San Carlo sono dietro l'angolo. Sta di fatto che dalla Città Metropolitana manca finora la formalizzazione della delibera per il finanziamento 2019. In più manca al bilancio un altro milione che la Camera di Commercio prima aveva deliberato come sostegno per l'anno 2019, e poi ha cancellato.

 

L'ALLARME
«Se presto non si sbloccherà la questione con la Città Metropolitana e la Camera di Commercio confermerà il taglio di un milione e 40mila euro promesso l'anno scorso, senza altre fonti, nel prossimo Consiglio sarò costretta a rivedere il bilancio di previsione e a tagliare alcune produzioni. Non posso arrivare a fine anno con i conti in rosso e senza i soldi per pagare gli stipendi, ho la responsabilità di quattrocento lavoratori», dice la sovrintendente Purchia. E aggiunge: «Finora non ho mai fatto scelte azzardate e chiuso dieci bilanci in pareggio. La Camera di Commercio, invece, ha ritirato una delibera già predisposta ed è stata scorretta. Io sono abituata a lavorare sulle carte, ognuno deve prendersi le proprie responsabilità».
L'AFFONDO DI DE LUCA
De Luca venerdì al San Carlo aveva auspicato un maggiore dialogo istituzionale paventando problemi di budget per i prossimi anni. «Io pago e gli altri fanno chiacchiere», aveva detto tra l'altro il governatore davanti a coristi, orchestrali, tecnici, cui l'incontro era stato annunciato solo poche ore prima cancellando una prova dell'opera di Hoffenbach in programma da stasera. Nel corso del suo lungo intervento il governatore non aveva mai fatto il nome del primo cittadino ma aveva parlato del progetto - bollandolo come «idiozia» - di passare la proprietà dello stabile dal Demanio al patrimonio comunale, eliminando la Regione dalla gestione, progetto col quale de Magistris aveva ottenuto appoggio dal ministro della Cultura Bonisoli e uno stop dal ministro Tria (Tesoro). Poi aveva fornito molte cifre facendo un confronto tra le importanti somme messe in campo per il sostegno del Lirico da Palazzo Santa Lucia (48 milioni di euro nel quadriennio 2015-2018) rispetto a quelle irrisorie stanziate da Palazzo San Giacomo.
LA REPLICA DI DE MAGISTRIS
Ma il primo cittadino, che come tale è anche presidente del consiglio di indirizzo della Fondazione San Carlo, non ci sta: «De Luca - dice de Magistris - fa una cosa molto scorretta, perché fa sempre il paragone tra quello che mette la Regione e ciò che mette il Comune. È come dire ciò che mette una banca e ciò che mette una merceria, solamente un bambino di sei mesi non capisce quanto sia falsa questa ricostruzione della realtà. E continua a dire che lui dà tanti soldi a tutti. Non li dà Vincenzo De Luca perché se guardiamo il bilancio della Regione è un disastro quello che fa. De Luca distribuisce i finanziamenti europei. Lui non sta diventando il filantropo del San Carlo piuttosto che di un altro teatro della Campania. Fa male quello che dovrebbe far meglio, cioè distribuire in modo capillare i fondi europei». De Magistris sottolinea inoltre che per il teatro c'è «un impegno enorme del Comune di Napoli e addirittura della Città Metropolitana. In un primo momento, la Provincia era uscita dal teatro San Carlo. Invece io ho fatto rientrare l'istituzione come Città Metropolitana in modo forte dalla finestra». Si riferisce evidentemente alla presenza nel Cdi e anche al finanziamento triennale per il Corpo di Ballo annunciato a fine anno, un progetto ad hoc destinato a sostenere la danza, che resta uno dei fiori all'occhiello della produzione sancarliana, un settore tra i più fiorenti con spettacoli molto richiesti, da tutto esaurito anche senza grandi star. All'appello all'unità per il bene del teatro si aggiunge la Uilcom Campania con il segretario Massimo Taglialatela: «Mi auguro un dialogo, non voglio che il San Carlo diventi terreno di scontro in una perenne campagna elettorale tra De Luca e de Magistris. Anzi, spero che presto il governatore convochi tutte le sigle sindacali per aprire un confronto sereno e costruttivo sulla cultura nella regione e sul futuro dei nostri teatri. Non dimentichiamo il Trianon dove Nino D'Angelo ha denunciato da tempo il suo sconforto senza ricevere risposte».
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