Napoli capitale del tutti contro tutti
e la città annaspa nella palude

Napoli capitale del tutti contro tutti e la città annaspa nella palude
di Gigi Di Fiore
Domenica 17 Marzo 2019, 08:43 - Ultimo agg. 11:57
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Una maledizione che blocca una città. Napoli vittima di conflitti infiniti, di duelli all'ultimo veto, di odi e rancori incrociati che inquinano molte sue istituzioni. Teatri, società di trasporti, stadio, sindacati, partiti, ordine degli avvocati alle prese con contrasti personali, che sembrano dimenticare l'interesse collettivo. Una maledizione. E lo scrisse anche il senatore Giuseppe Saredo nella sua relazione su Napoli del 1901, parlando di «vita pubblica dei napoletani vittime, come sono, di un esagerato individualismo».

TEATRI E STADIO
«Non facciamoci male da soli» ha ammonito Filippo Patroni Griffi, presidente del consiglio di amministrazione del teatro Mercadante, sulle difficoltà a trovare un successore al direttore artistico Luca De Fusco. In consiglio, chi deve decidere è diviso. «Ci sono logiche pro o contro questo, non sul futuro del teatro» ha osservato Patroni Griffi. Logiche che si abbattono come una scure anche sul glorioso teatro San Carlo, che assiste da tempo al duellare tra il governatore Vincenzo De Luca e il sindaco Luigi De Magistris. «Occorre la partecipazione piena di tutte le istituzioni per garantire stipendi e programmazione» ha tuonato De Luca, che si è presentato alla conferenza stampa sul cartellone del Teatro festival con un volantino pieno di cifre sul denaro che la Regione mette nel teatro che fu voluto da Carlo di Borbone. Se la Regione investe 48 milioni, il Comune 2 e 800mila euro. Eppure, il sindaco De Magistris ha annunciato: «Prenderemo il San Carlo dal demanio». Non si sa con quali soldi. Se si sposta lo sguardo sullo stadio San Paolo, la musica non cambia. Sono otto anni che Aurelio De Laurentiis, presidente del Calcio Napoli, e il sindaco con tutta la sua giunta si beccano. Un balletto che sa di soldi e poca empatia. Uno stadio da ristrutturare, con rapporti Comune-Napoli da ridiscutere. In ballo, diritti di sfruttamento e possibile vendita. Tutto e il contrario di tutto. «Il sindaco voleva vendermi lo stadio, ma non credo che con i tempi biblici della politica si riesca a discuterne» disse De Laurentiis. L'ultima polemica, sul colore dei seggiolini dello stadio da rifare, con l'assessore Ciro Borriello a punzecchiare il presidente sui suoi mancati acquisti di fuoriclasse e De Laurentiis a replicare: «Se sei di Barra, sei colluso con la camorra». Poi la chiosa del sindaco: «Sono parole che misurano la distanza siderale tra quest'uomo, il popolo napoletano e la città». E intanto il San Paolo piange.

 

SPORT E TRASPORTI
Sulle Universiadi, che dovranno iniziare a luglio, il ping pong ha diviso ancora Comune e Regione, sui centri per ospitare i giovani atleti e sugli investimenti. De Luca di nuovo a lamentare che chi apre le tasche è sempre la Regione. «C'è chi fa e chi chiacchiera» è il refrain del governatore. Soldi, sono solo soldi, ma contano nei contrasti politici in vista anche delle non lontane elezioni regionali. Come per i finanziamenti alle aziende di trasporto. L'Anm rischia e il Comune annuncia dopo 20 anni di non voler contribuire al suo finanziamento, in un settore «di competenza regionale». De Luca esibisce il risanamento delle altre aziende di trasporto, come Eav e Ctp. Ma la città del litigio si estende a macchia d'olio.
CARAVAGGIO BLOCCATO
La litigiomania non risparmia la soprintendenza ai beni culturali e ambientali, guidata da Luciano Garella. Il sì alle grate in piazza Plebiscito per i lavori della Metropolitana riceve il no del Ministero con tanto di ricorsi amministrativi. Il sindaco è con il soprintendente, vuole i lavori in piazza Plebiscito, nonostante le proteste di associazioni e residenti. E De Magistris era a favore anche del trasferimento a tempo del famoso dipinto di Caravaggio dal Pio Monte della Misericordia al museo di Capodimonte per la mostra voluta dal direttore Sylvain Bellenger in aprile. Nuovo no del Ministero, feroci critiche di esperti come l'ex soprintendente Nicola Spinosa.
MALATTIA DIFFUSA
Fu famoso lo scontro di Gianni Punzo contro il neo presidente dell'Unione industriali di Napoli, Paolo Graziano. Colpa dell'esclusione di Punzo dal governo degli industriali partenopei, su «pressioni esterne». E le cause al porto per la concessione a tempo dei bacini pubblici necessari alle manutenzioni, senza riscossione dei tributi previsti? La Ue interviene, sette aziende si difendono e si dividono. Ma il campionario si arricchisce con l'Ordine degli avvocati, per i voti contestati e le accuse personali sull'elezione del nuovo presidente. E poi: i contrasti che rischiano di far chiudere Città della scienza o quelli da poco superati alla Fondazione Banco Napoli. Senza dimenticare il conflitto strutturale nel Pd partenopeo. Nei giorni scorsi, dopo un ricorso, Nicola Oddati ha ottenuto l'annullamento dei risultati dell'ultimo congresso provinciale. Mai, come nel Pd, i personalismi la fanno da padrone. Basti ricordare le primarie per la candidatura a sindaco, con il fuoco «amico» di fila contro Antonio Bassolino. Un elenco infinito, se si aggiungono anche i sindacati. La Cisl provinciale tra tutti, con uno scontro interno che ha portato l'ex segretaria regionale Lina Lucci a giudizio, dopo una serie di denunce incrociate. Aveva visto giusto Raffaele Viviani, a Napoli ognuno si sente sempre più bravo di un altro e pochi sono disposti a riconoscere i meriti di un concittadino. «Quanno na cosa è bbona e è nata ccà, nu milione e gente l'ha da dì. E vedarraie po' Napule addò va» invitava speranzoso Viviani, verseggiando sul «Campanilismo». Illusioni da poeta.
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