«Urbanistica commissariata», così la Regione sfida il Comune di Napoli

«Urbanistica commissariata», così la Regione sfida il Comune di Napoli
di Luigi Roano
Mercoledì 20 Marzo 2019, 07:00
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È l'urbanistica - materia che disegna il futuro delle città - l'ultimo terreno di scontro tra Regione e Comune. E questa volta non volano solo parole: l'ente di Santa Lucia è pronto al commissariamento del Municipio napoletano - proprio sull'urbanistica - applicando semplicemente la legge. Un dato per capire che la cosa è seria: la Regione entro il 31 di questo mese - cioè entro i prossimi 11 giorni - approverà in giunta, su proposta dell'assessore Bruno Discepolo, «la disciplina dei poteri sostitutivi» per stabilire i criteri di nomina dei «commissari ad acta». E da quel momento scatta il conto alla rovescia e può accadere di tutto. Perché si è arrivati a questo punto? Tutta colpa del Puc (Piano urbanistico comunale) che Palazzo San Giacomo non ha approvato ancora.
 
Il Comune doveva approvare entro il «termine perentorio» del 31 dicembre dell'anno scorso il Puc, invece appena la settimana scorsa sono state approvate dalla giunta solo le «linee di indirizzo» con una delibera a firma dell'assessore Carmine Piscopo. Ora l'ultimo termine «perentorio» a disposizione di Palazzo San Giacomo è il 31 dicembre di quest'anno. Il punto è che avendo bucato la prima data, il Comune avrà di certo una sanzione che va dalla diffida al commissariamento. Il tema non è sfuggito al segretario generale del Comune Patrizia Magnoni che lo ha messo per iscritto nella delibera di Piscopo. La Regione è l'ente che sovrintende - come è noto - i piani urbanistici in virtù della legge numero 16 del 2004. Il Comune si è così reso conto del rischio che corre tanto da avere impresso questa accelerata con l'approvazione «delle linee di indirizzo»: basterà per evitare il commissario ad acta? Giova ricordare che è dal 2013 che il Comune è alle prese con questo Piano.

Perché Palazzo San Giacomo se l'è presa tanto comoda prima di affrontare il Puc? Perché dal 2014 esiste la Città metropolitana il cui sindaco è lo stesso del capoluogo, vale a dire Luigi de Magistris. La Città metropolitana ha ereditato gli stessi poteri della Provincia che aveva quello di sanzionare i Comuni in ritardo sulla programmazione urbanistica prima di passare la palla alla Regione. E questo significa che il de Magistris sindaco metropolitano avrebbe dovuto commissariare il de Magistris sindaco di Napoli. Ipotesi difficile pure da immaginare. In questo contesto il governatore Vincenzo De Luca ha avocato alla Regione «i poteri sostitutivi» per evitare «conflitti di interessi». Come dire che il dispetto tra i due litiganti ci scappa sempre e questa volta è scattato in punta di diritto. Chiarito questo retroscena, va detto pure che fare un Puc non è cosa semplice nemmeno per un urbanista e docente universitario come Piscopo, atteso che Napoli con la questione Bagnoli irrisolta, le trasformazioni dell'area est ormai ex industriale e altre vicende legate al quartiere Scampìa non è semplicissima da inquadrare.

Cosa è un dunque un Puc? Bisogna partire dal presupposto che gli strumenti pianificatori del territorio sono essenzialmente due: il Prg (Piano regolatore generale) e appunto il Puc, che si può definire l'evoluzione e il superamento del Prg. In maniera ancora più semplice si può dire che il Prg serve a trasformare le aree agricole in aree urbane, il Puc serve invece a trasformare quello che esiste attraverso il recupero e la riqualificazione. Non a caso le 5 linee di indirizzo del Puc comunale vanno in questa direzione: «Città accessibile e multi-scalare, città sicura e sostenibile, città accogliente e collettiva, città produttiva e abitabile e città attrattiva e rigenerata». Napoli è il caso più eclatante ma non sarà l'unico comune della Campania a essere commissariato.
L'IMPASSE
La programmazione urbanistica in Campania è in netto ritardo, per dirla tutta ci vorrebbe un esercito di commissari per sanzionare tutti gli enti locali in difetto perché solo il 13% è provvisto di Puc, ovvero 71 comuni su 550. Con il caso limite dell'area metropolitana di Napoli dove solo 7 Comuni su 92 ce l'hanno, vale a dire l'8%. L'Ance - l'Associazione nazionale dei costruttori - proprio da Napoli ha lanciato l'allarme attraverso uno studio su cosa produce questo ritardo. Spiccano le cosiddette «aree difformi» dentro le quali ci sono gli abusi edilizi ma non solo. A essere messa male è sempre l'area metropolitana di Napoli dove i Comuni hanno «un edificato difforme dagli strumenti urbanistici, con percentuali che oscillano tra il 30 e il 60%, fino a picchi del 67,66% a Giugliano, del 66,88% a Saviano e del 65,47% a Ercolano.
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